Non posso crederci che siano già passati 30 anni da quando quel mio amico mi disse: “ti piacciono questi nuovi gruppi del pop inglese? Allora te ne faccio ascoltare uno che forse non conosci” e mi passò la cassetta registrata proprio di “Up To Our Hips”. Ok, sì, ne sono passati un pochino meno di 30, dato che il mio primo incontro con Tim e soci non poteva certo essere avvenuto nel giorno esatto dell’uscita del disco, sarebbe stata una coincidenza troppo assurda. Ma siamo lì come tempistica, e quindi per me questa ricorrenza è davvero molto simbolica, perché poi il mio amico l’ho perso di vista pochi anni dopo, e invece i Charlatans mi sono rimasti dentro per tutto questo tempo, e posso affermare con certezza che mai se ne andranno.
Del resto, doveva per forza andare così, perché, se è vero che questo loro terzo disco difficilmente viene ritenuto tra i migliori, è altrettanto vero che, come inizio, era proprio perfetto. L’alternanza tra canzoni a presa rapida come quella “Can’t Get Out Of Bed” che, per anni, quando l’ho avuta su CD, era programmata come canzone per la sveglia mattutina, o come “Jesus Hairdo”, e altre a sviluppo lento, come l’ipnotica strumentale “Feel Flows”, l’affascinante ode alla narcolessia che è “Autograph” o la conturbante “Patrol” era ideale per far sì che il mio gusto musicale scoprisse il sottile piacere della musica che si svela pian piano, che va ascoltata con mente e cuore aperti e che ti dà tanta soddisfazione quanto è l’impegno che ci metti per capirla. Le cose troppo spinte, da quel punto di vista, avrebbero rappresentato un approccio troppo difficile, e non avrebbero sortito effetto, e anche il fatto che, nel disco, erano comunque presenti degli episodi “user friendly” era perfetto per invogliarmi a dare maggior attenzione anche al resto. Nel senso che, se questi erano in grado di fare una “Can’t Get Out Of Bed”, allora anche quella “Patrol” che mi suonava così strana doveva, invece, avere dei pregi anche lei. E li aveva, in effetti.
Considero, ancora oggi, i Charlatans tra i miei gruppi preferiti in assoluto, perché sono tra i pochissimi che hanno davvero messo un mattoncino nella costruzione del mio gusto musicale. E “Up To Our Hips” è la ragion principale per cui quel mattoncino è stato messo proprio in quel modo ed era fatto con quel materiale. Per cui, è vero che sui 13 dischi totali della band questo sta esattamente al centro della mia classifica, ma nel mio cuore è uno dei più importanti, perché mi ha fatto scoprire una band straordinaria e perché, probabilmente, senza di esso non sarei nemmeno qui a parlare di musica.
Pubblicazione: 21 marzo 1994
Durata: 44:57
Dischi: 1
Tracce: 10
Genere: Rock alternativo
Etichetta: Beggars Banquet Records
Tracklist:
Come in Number 21
I Never Want an Easy Life If Me and He Were Ever to Get There
Can’t Get Out of Bed
Feel Flows
Autograph
Jesus Hairdo
Up to Our Hips
Patrol
Another Rider Up in Flames
Inside-Looking Out