Tendertwin è una musicista nativa di Istanbul, che ha abitato a Philadelphia e Oxford e ora si è stabilita a Londra.
Attiva dal 2020, la ragazza turca ha pubblicato solo una manciata di singoli, ma ora annuncia il suo primo EP, “Ship Argo”, in uscita il prossimo 5 luglio via Eingang Records.
L’EP in uscita, “Ship Argo”, è una raccolta di canzoni che rivelano le riflessioni introspettive di Tendertwin su temi come la demenza idrica, l’amore non corrisposto e la natura transitoria dell’esistenza e dell’appartenenza. Ogni brano è impregnato di un senso di vagabondaggio e di desiderio di connessione, che rispecchia il viaggio nomade di Yilmaz nella sua vita.
Prodotto e mixato da Yuri Shibuichi, “Ship Argo” si avvale di una formazione stellare di musicisti, tra cui Joe Reynolds al violoncello, Michael Crean al violino, Oscar Browne al basso e alla chitarra elettrica, Emily Hubbard alla cornetta e Faye Thompson al sassofono.
Bilge Nur Yilmaz dice del titolo dell’EP:
“Ship Argo” prende il nome dalla mitologica nave greca che si dice sia stata la prima a solcare i mari. Il legno stesso conferiva alla nave poteri magici, come la capacità di parlare e di produrre le proprie profezie. Questa raccolta di canzoni è la mia nave – queste canzoni sono state i vascelli che mi hanno trasportato e tenuto al sicuro negli ultimi anni in cui ero sempre in movimento.
Ad anticipare l’uscita ecco il singolo “Asking”, accompagnato da un video diretto da Ça?la Ça?lar & Emre Kökta?.
Tendertwin parla del brano e spiega:
Questo è uno dei periodi bui in cui mi svegliavo ogni giorno, chiedendomi cosa sarebbe successo se non l’avessi fatto, su quella linea sottile in cui nulla nella vita sembra giusto. Quando vorresti allungare le braccia verso l’alto, verso chi potrebbe essere lì, o di lato, o verso uno specchio d’acqua, e dire: “Sto chiedendo troppo?” Non è così. E se in qualche momento avete dovuto eseguire questa danza pericolosa e siete riusciti a resistere, sono felice che siate qui ora. E sono felice di essere qui per ricordartelo.
Il pezzo dopo un inizio delicato e riflessivo, prosegue con graffianti chitarre alt-rock e vocals pieni di passione, rumore ed energia ricordandoci le prime cose di una certa Lucy Dacus, prima di ritornare ancora ancora molto tranquilla, facendo perfino uso di gradevoli armonie.