Per i loro trent’anni i Tre Allegri Ragazzi Morti si regalano un nuovo album, questo “Garage Pordenone” che già negli intenti sembrerebbe celebrativo, il riferimento all’incredibile movimento punk nato nei primi anni 80 con il Great Complotto (Tampax, HitlerSS) e poi sviluppatosi nel corso di un decennio fino al successo mainstream inaspettato dei Prozac + (e tutto sommato anche dei Tre Allegri Ragazzi Morti) che insieme avevano fatto parte dei Futuritmi, band nella quale avevano militato Davide Toffolo e Gian Maria Accusani.
Garage Pordenone in realtà è anche un luogo fisico che si trova a Milano, come certificato dalla foto sul retro dell’album, e in effetti il loro nuovo lavoro risulta guardare con un occhio al passato e uno al presente, tanti anni di storia e tanti album che ce li fa oggi ritrovare ispirati, i TARM tornano con un album con molti brani convincenti.
Un lavoro che brilla per la produzione di Paolo Baldini e nel quale abbiamo una marcia in più grazie alla partecipazione di diversi collaboratori che incidono nella sua economia: le chitarre di Adriano Viterbini, Marco Gortana e Matteo Da Ros, il supporto nella scrittura dei pezzi di Alex Ingram e Andrea Maglia fanno la loro parte.
I brani che ne hanno anticipato l’uscita sono quelli che aprono l’album: “Ho’oponopono” che è una specie di preghiera ingenua tra amore e ricerca di una pace interiore mentre un dio che non gliene frega niente di te ( una specie dell’amato dio Crom pensato da Robert E. Howard nella fantastica saga di “Conan il cimmero”) premia altri e “La sola concreta realtà” con le chitarre di Matteo Da Ros, Paolo Baldini e Adriano Viterbini, dolce brano sull’amore.
Un brano che meriterebbe l’uscita come singolo, magari accompagnato da un bel video, è sicuramente “Jessica dislessica” uno dei momenti migliori e con grandi potenzialità mainstream, scritto da Alex Ingram e valorizzato da un testo divertente (…Lo sai che non mi drogo più Jessica dislessica Trovo che la vita sia stupefacente E mi basta Se mi conto le piastrine sono 666 Se mi conto emoglobina sono 66666…) si muove tra ritmo e una melodia accattivante.
Altri brani che colpiscono non mancano, “Greta la bambina” con un bel tappeto di chitarre, l’elegante e struggente “Robot rendez-vous” che racconta la storia d’amore di chi si riduce a cercarlo in una ragazza robot e “Crocchette buone” scritto da Davide Toffolo e Paolo Baldini che è un altro brano con un bel testo che avrebbe meritato di uscire come singolo e di essere il brano di presentazione dell’album.
Tolta l’inspiegabile scelta dei singoli per trainare l’album ( cosa devo dire che si verifica spesso per molti artisti ) “Garage Pordenone” è un bell’album fresco e convincente che ci mostra come i nostri tre allegri eroi morti sono più vivi che mai, un lavoro che aiutato dalle collaborazioni e da chitarre brillanti ci fanno tornare la voglia di tornare a vederli live al più presto.