Nel novembre del 2021 gli HighSchool avevano pubblicato il loro primo EP, “Forever At Last“, che ci aveva conquistati sin da subito: dopo di allora Rory Trobbiani e Luke Scott si sono trasferiti da Melbourne a Londra, mentre Lily, tastierista e sorella di Rory, ha preferito (almeno per il momento) abbandonare il progetto per completare i suoi studi in Australia.
Ora arriva questo loro secondo lavoro sulla breve distanza, che segna il loro esordio ufficiale sotto la prestigiosa PIAS: prodotto dall’emergente Finn Billingham, il nuovo EP è stato mixato da Philippe Weiss (Earl Sweatshirt, Nas, Drake) e masterizzato da Ben Hillier (Blur, Depeche Mode).
Un viaggio di appena diciassette minuti che si apre con “August 19″, un pezzo piuttosto scuro che, con le sue chitarre piene di riverbero e le sue belle melodie, cita band come i Cure o, se vogliamo rimanere in periodi più attuali, i Beach Fossils, ma in una versione più cupa e malinconica.
La successiva “Doesn’t Matter” è altrettanto gradevole con quelle chitarre cristalline e quelle influenze surf-pop assolutamente gradite che riportano alla mente i primissimi lavori dei Drums, mentre i toni rimangono molto riflessivi e pacati.
Molto godibile anche l’atmosfera sognante di “Heaven’s Gate”, di cui amiamo la leggerezza e il ritmo basso, che ci portano a emozionarci, mentre regalano ottime sensazioni melodiche descritte con synth e chitarre piene di riverbero.
Davvero un’altra buona prova per gli HighSchool che, senza pretendere di inventare nulla, riescono a farci passare un quarto d’ora abbondante molto gradevole, in cui dimostrano di sapersi muovere bene tra le numerose vie sonore dell’indie-pop.