A Mr. E gli si vuole bene a prescindere. E non certo per partito preso. Gli Eels di Mark Oliver Everett, infatti, rappresentano uno dei progetti più visionari della cosiddetta scena alternativa mondiale. Poco da dire. Ed in tal senso, “Eels Time!”, la loro ultima fatica discografica (nonché la quindicesima in studio), mette in evidenza tutte quelle peculiarità che rendono la formazione losangelina uno dei mostri sacri della musica mondiale.
Prendete un pezzo come “Goldy”: potrebbe essere uscito a metà anni Novanta e nessuno avrebbe avuto qualcosa da obiettare. Già. Perchè stiamo parlando di uno dei brani-cardine del disco in questione, di un riff soffocante e veloce. Un classico “moderno”, in pratica. Sempre che ci passiate questa sorta di ossimoro. “Haunted Hero”, invece, spicca per la devozione – mai nascosta – del sopraccitato “E” nei confronti dei Beatles, mentre mentre “And You Run” è un capitolo melodico vicino a quel capolavoro Eelsiano che risponde al nome di “Jeannie’s Diary”. Insomma, tanta roba.
Va da sé, naturalmente, che non sia tutto oro quel che luccica. Francamente, avremmo fatto volentieri a meno di un episodio piuttosto piatto come “Lay With Lambs”, in cui il concetto di “mestiere” è più preponderante rispetto a quello riguardante istinto e creatività. Epperò, ascoltando pezzoni quali “If I’m Gonna Go Everywhere” o “And You Run” non si può fare a meno di far partire una metaforica standing ovation in onore di cotanta bontà artistica e sonora. Va anche sottolineato il dettaglio – mica da poco – che abbiamo a che fare con un lavoro che verte – tra le altre cose – su questioni di cuore, spazio e tempo; e dove, rispetto al passato, maramaldeggiano ottimismo e sangue freddo.
“On The Bridge” e “Let’s Me Lucky” concludono in maniera ottimale un disco che è una vera e propria manna dal cielo per tutti gli amanti dell’universo “Eels” e per tutti coloro che amano la buona musica in generale. Non avrà le stimmate di opere blasonate quali “Beatiful Freak” o “Electro-Shock Blues”, ma “Eels Time!” conferma – semmai ce ne fosse stato bisogno – tutta l’arte, la rigorosità sonora e la vision di una band che non ha mai ragionato in modo convenzionale.
E poi, come scritto all’inizio, a Mr E gli si vuole bene a prescindere.