Dopo la trionfale serata di due anni fa, Jimmy Gnecco ha raddoppiato le date europee rispetto al 2022 portandole da 5 a 10, mantenendo l’appuntamento con i fan italiani e con l’Headbangers Pub di Via Tito Livio. Già solo l’idea di tornare in questo accogliente pub mi metteva di buonumore, e la mia permanenza è stata nuovamente ottima grazie all’eccellente APA del Birrificio Lariano servita in perfette condizioni e alla gentilezza dello staff che ha accontentato senza battere ciglio le richieste di chi era con me in merito alla tipologia di sedia necessaria per non aggravare gli acciacchi che purtroppo accompagnano molti tra noi attorno ai 50. E poi c’era di nuovo lui, Jimmy, uno dei miei autentici eroi musicali, come spiegavo nel report precedente. La mia devozione per il musicista del New Jersey è nata nel 2002 ed è sempre rimasta tra le mie passioni più viscerali in ambito musicale, quindi non potevo mancare per nulla al mondo, e sarei anche stato disposto a mollare la partita dell’Italia se si fosse prolungata oltre i tempi regolamentari. Sappiamo bene che non è successo e, da questo punto di vista, meglio così.
In realtà mi ero detto che stavolta non avrei scritto un report, che tanto non ci sarebbe stato molto da aggiungere alla meraviglia della volta scorsa. E invece eccomi qui, il richiamo della tastiera è troppo forte e essere devoti vuol dire fare questo e molto altro. Già mi sento in posizione di inferiorità rispetto a chi, anche stavolta, è arrivato da Verona o da Pordenone, e meno male che stavolta non c’erano spettatori giunti dalla Romania e dall’Ungheria, anche perché le date successive sono in programma a Vienna e a Cracovia, quindi certamente andranno lì. Comunque, la voglia di avere un ricordo scritto anche di questa serata è irresistibile, per cui eccomi qui a scrivere.
Il motivo principale per cui voglio parlare ai lettori di ifb di questo live è la generosità fuori dal comune dell’artista e l’incredibile rapporto che c’è coi fan italiani. Giù un’ora prima del concerto, quando metto piede nel locale, l’atmosfera è vibrante. Ci si riconosce tra fan, con saluti, strette di mano, veloci scambi di opinioni tutte incentrate sul fatto che non si poteva mancare. Poi il nostro eroe viene avvistato in auto poco lontano dall’ingresso e qualcuno decide di accoglierlo già sulla porta, mentre altri preferiscono mantenere il proprio posto a sedere. Qualche minuto dopo le 21.30, Jimmy entra nel pub e sono subito applausi scroscianti.
Parlavo della generosità del frontman degli Ours, perché non saprei come altro definire la scelta di guidare personalmente da Barcellona, dove aveva suonato la sera prima, fino a Milano giusto in tempo per il concerto, e regalare a noi fan due ore di magia totale. Certo, due anni fa le ore erano state tre, e così dalla setlist di stasera sono rimaste escluse perle come “I’m A Monster” “Places”, “Gravity”, “Fallen Souls”, però noi fan siamo troppo felici che il Nostro possa suonare così tanto anche nel nostro Continente, quindi va benissimo così, perché più la musica di Jimmy si diffonde e più amore c’è sul nostro pianeta, e ne abbiamo tutti drammaticamente bisogno. E poi, durante uno dei due momenti dedicati alle richieste, ho potuto chiedere la mia amatissima “If Flowers Turn” e, dopo che altri spettatori hanno visibilmente approvato, Jimmy non si è tirato indietro e l’ha suonata e cantata divinamente. Un batticuore indescrivibile per me.
Tutti i centoventi minuti di show sono stati comunque di livello supremo, con un Jimmy stavolta accompagnato da un secondo chitarrista che ha reso il sound più denso e stratificato e che era davvero carico a mille. Si percepiva distintamente la sua voglia di dare tutto sé stesso e questa sensazione non è mai venuta meno per un solo secondo. Durante uno dei momenti parlati tra un brano e l’altro, lui ha detto chiaramente che non si spiega come la sua voce sia ancora in piedi, che per quanto ha cantato nel corso della sua vita sarebbe già dovuta essere scomparsa da tempo, e invece è ancora qui, più intensa che mai. Lui ha sempre cantato ogni sera come se fosse l’ultima, senza mai pensare a conservare la voce anche solo per il concerto successivo, eppure sa ancora interpretare al meglio i propri capolavori e basta essere presenti a uno solo dei suoi concerti per capire che veramente non si risparmia e butta fuori tutto ciò che ha per chi è lì di fronte a lui.
Come l’altra volta, c’è spazio per le storie personali, che sono un tutt’uno con la musica che fa e che, quindi, non ha problemi a raccontare, anche quando fanno parte di una sfera molto intima, che in molti faticherebbero a svelare. Invece lui non si fa alcuna remora, con racconti sui familiari purtroppo scomparsi che generano sincera commozione. L’altra volta si era concentrato su sua mamma, spinto anche dalle origini italiane, mentre stavolta è stato particolarmente toccante il racconto di un suo cugino, che mai aveva apprezzato la sua musica e che quando, finalmente, aveva trovato una canzone che gli piaceva, è deceduto poco dopo. Finalmente, dopo tanti anni, Jimmy sentiva di aver rafforzato il legame con questo caro cugino, e invece la vita purtroppo sa davvero essere spietata.
L’atmosfera è ormai di totale distacco dalla realtà, quando purtroppo Jimmy deve annunciare di essere giunto al breaking point della sua voce. Non ne ha più e gli è giusto rimasto spazio per una “The Heart” suonata e cantata col massimo dell’energia e della voglia. La liturgia laica è finita, è tempo per i saluti e per le foto. Per fortuna riesco a essere tra i primi, ma rimango poi altri venti minuti durante i quali tutti salutano l’artista con calorosi abbracci e foto di rito. A un certo punto sento una ragazza emozionata che dice ad alta voce “ma io se lo abbraccio svengo“. Per fortuna di mancamenti non se ne sono verificati, ma questa è un’ulteriore testimonianza del rapporto unico che c’è tra Jimmy Gnecco e i suoi devoti.
Due anni fa avevo avuto la sensazione che un altro concerto non ci sarebbe stato molto presto, e invece stavolta ho capito che, finché ne avrà le forze, è ferma intenzione di Jimmy andare in giro il più possibile. Quindi ora sono fiducioso di poterlo rivedere presto, e sarà un’altra serata dalle emozioni forti.