Di Alessandro Palazzo
E’ una cornice da sogno (un grande spazio all’aperto ai piedi di Locorotondo,circondato da trulli e ulivi secolari) quella pronta ad accogliere il duo francese che sta ‘facendo la festa’ al loro capolavoro ‘moon safari’ proponendolo integralmente live. Ma prima di parlare del (pazzesco) concerto degli Air,due considerazioni veloci sul Viva Festival che ha curato e ospitato l’evento. Organizzazione impeccabile per quanto riguarda accoglienza, gestione della viabilità, tutto molto bello….peccato che ormai food e beverage soprattutto all’interno di situazioni così coolness come appunto il Viva, facciano lievitare le spese di noi fruitori oltre ogni ragionevole motivazione, tanto da pensare che comincia a diventare un lusso anche andare a vedersi un concerto.
Piagnistei a parte per lo spritz a 10 euro, alle 23 puntuali si spengono le luci e salgono sul palco i nostri eroi.
Si presentano solo in tre, accompagnati da un batterista, musicista straordinario che segnerà alla grande il sound dell’esibizione facendo all’occorrenza cori e suonando qualsiasi diavoleria acustica ed elettronica che disegnasse groove. un po’ mi ha ricordato il grande lavoro live fatto da Julie Ant nei Baustelle che suona con piglio da thrash band rendendo ancora più fiche e voluminose le trame elettroniche.
Palco particolarissimo, loro vestiti di bianco dentro una cornice che gli fa sembrare abitanti di una stanza che fluttua per la galassia. Tutto molto Air. Devo dire nonostante la formazione minimal, l’esecuzione è impeccabile e non mancano tutte le stratificazioni, i dettagli sonori che hanno reso immortali “sexy boy”, “all I need” o “remember”. Se proprio devo fare le pulci, trovare il pelo nell’uovo, ho trovato pesante l’assenza di una vocalist femminile in pezzi must come “you make It easy”. Immagino per scelta artistica (non credo non potesse permettersi la produzione una vocalist professionista) hanno preferito colmare la lacuna con overdose di vocoder e dando più importanza alle parti strumentali.
Nel bis (e tris) spazio per classici provenienti dagli altri loro dischi a partire dalla magnifica, commovente “playground love”. Una grandissima festa conclusa dopo circa un’ora e mezza che ha infiammato le quasi 10000 persone accorsi a vederli.
Au revoir Air!