“Scaffolding” è il titolo dell’album di debutto degli RxGhost, un quintetto originario di Kansas City nato non troppo tempo fa. Fresco di formazione e con poche esperienze alle spalle, il gruppo statunitense ha scritto e registrato tredici canzoni che presentano tutti gli ingredienti necessari a soddisfare i fini palati dei più esigenti estimatori dell’alternative rock di stampo novantiano.

Gli artisti presi a esempio da questi esordienti di belle speranze hanno nomi altisonanti: Pixies, Breeders, My Bloody Valentine e Sonic Youth. Inutile dirvi che, come è normale e giusto che sia, gli RxGhost non si avvicinano nemmeno di un’unghia ai livelli di qualità raggiunti dai loro maestri dichiarati. I nostri però sanno il fatto loro e ce lo dimostrano ampiamente in questo disco interessante e variegato, dalle chiare radici americane ma dallo strano retrogusto brit rock.

Nell’alternative energico e melodico di “Scaffolding” troviamo spruzzate di indie, grunge, power pop, noise e shoegaze. Senza mai brillare di inventiva o originalità, gli RxGhost riescono a mettere in mostra un invidiabile talento nel fondere generi tanto diversi fra loro e a dar forma a canzoni ben strutturate e coinvolgenti – spesso dannatamente orecchiabili come nei casi di “Over And Over The Same Things”, “Candles” e “Nail House”.

La voce del cantante Josh Thomas, sgraziata com’è, lascia un po’ a desiderare; ma, nel complesso, funziona alla perfezione in un contesto grezzo e sporco com’è quello di “Scaffolding”. Un debutto piacevole ma acerbo quello degli sconosciutissimi RxGhost che, se non altro, mostrano ampi margini di crescita in una manciata di canzoni ben sopra la sufficienza (su tutte, meritano più di un ascolto le ottime “My Kingdom For A Cloud”, “In The Ocean” e “People Are Animals”).

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