L’eleganza è da sempre caratteristica principale dei Phantom Handshakes di Federica Tassano e Matt Sklar. Musicisti sognatori che costruiscono brani spesso eterei alla ricerca del confine tra dream pop e shoegaze. “Sirens At Golden Hour” è un altro passo nella giusta direzione, un percorso iniziato con “Be Estranged” e “No More Summer Songs” e proseguito da “Passport To Remain“.
Evoluzione naturale che ha spinto il duo di New York ad abbandonare progressivamente la bassa fedeltà (non poi così bassa nel loro caso) per approdare al sound odierno, ancora più curato e rifinito. Un viaggio affascinante tra le chitarre shoegaze mai così in evidenza come in “Dusk Enchanted”, “Quiet Quit” o “Apart” e i ritmi dream pop di “Good Intentions”, “Stranger’s Ride” e “Sirens (Tame)”.
Senza tralasciare la passione per i sintetizzatori che torna a farsi sentire in diversi brani (“It Rains” ad esempio o “Into The D”) ma meno che in passato. La voce di Federica Tassano dolce, onirica, fortemente evocativa raggiunge la piena maturità in “Words as Bugs” e sa essere delicata e innocente in “Flaws” creando belle atmosfere, con l’intensità di “All Around” a completare il quadro.
Un suono ancora più morbido quello sperimentato in “Sirens At Golden Hour” che potrebbe essere un gran bel disco di fine estate quando le ore spensierate stanno per finire ma c’è tempo ancora per gli ultimi momenti sereni. La golden hour di dream pop e shoegaze passa anche dal magnetismo esibito da Tassano e Sklar nota dopo nota in una collaborazione che resta spontanea e istintiva.