“All of the time that we wasted apart, wasn’t good for my heart, or anything“.
E il disco è tutto qui. In queste dolcissime parole. In questa dichiarazione di affetto, di amicizia, di stima reciproca (perchè pronunciate a due voci). Da soli non si sta bene, da sole Rose Melberg e Jen Sbragia sono mancate l’una all’altra e non hanno perso l’occasione di farcelo sapere, fin da subito, fin dalla prima frase di questo nuovo album che arriva a 24 anni dal precedente.
Con una simile premessa, con un simile incipit francamente la strada è tracciata. Chitarre delicate, carezzevoli, armonie vocali intime ed emozionali (“Headphones” è un piccolo paradiso). Un disco sussurrato, minimale, in punta di piedi, con qualche lieve accenno appena più pimpante (“California Highway 99”). Praticamente senza la parte ritmica, ma solo chitarra e voci. Ma volevamo altro dalle Softies? No. Questa è la struttura adatta a Rose e Jen per parlare di amori, tristezze, malinconie, sentimenti privati, certo, ma nello stesso tempo inevitabilmente condivisibili e familiari.
Il tempo sembra essersi fermato tra queste chitarre gentilissime, incastonato dentro profonde sensazioni di vulnerabilità e amicizia, con tutto quello che gira intorno a queste due parole. Melodie sublimi e suggestive per qualcosa che potrebbe essere definito realmente terapeutico.
La magica alchimia tra Jen e Rose è ancora li, ci sembra quasi di toccarla con mano. E ci commuove.