Copertina sobria come d’abitudine, un fiore in bianco e nero accoglie gli ascoltatori dell’ultimo album di Anders Trentemøller, il danese scultore di suoni e costruttore di mondi che da più di vent’anni trasporta in dimensioni parallele con la sua musica tra memoria e suggestioni artistiche sempre nuove.

Credit: Sofie Nørregaard

Ipnotico, visionario, sognante con “Dreamweaver” crea un altro piccolo grande gioiello di equilibri sonici tra atmosfere sospese e molta eleganza. Lo accompagna ancora una volta la voce dell’islandese  DìSA (Disa Jakobs) uno strumento aggraziato che si fonde perfettamente con il paesaggio sonoro di “A Different Light” e “Nightfall” intensi brani elettro – acustici.

Il ritmo si alza con la title track evocativa e vicina al pop elettronico più coinvolgente, solo l’inizio di un crescendo che passa per le esplosive “I Give My Tears” e “Behind My Eyes”. La deliziosa “Hollow” riporta la calma lasciando che “Empty Beaches” e “Winter’s Ghosts” regalino altre misteriose carezze. 

Chi ha nostalgia del Trentemøller più tagliente potrà rifarsi con i synth incalzanti di strumentali come “In A Storm” che insieme alla sinuosa “Closure” completa un album di ottima fattura orchestrato da un fine tessitore di note e emozioni in grado ancora una volta di fondere stili diversi facendoli propri in modo originale.