Con il precedente “Californian Soil” del 2021 – che ha ricevuto una nomination ai BRIT Awards nella categoria Best British Group – il trio britannico aveva definitivamente messo il sigillo sulla propria maturità compositiva regalandoci “un disco dalla bellezza disarmante”, come riportato tra le pagine del nostro sito.

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Il nuovo lavoro “The Greatest Love” segue senz’altro le orme tracciate dalla precedente esperienza aggiungendo questa volta un sound che assume contorni più ampi e a tratti inesplorati per la band di Nottingham.

Già dalle note del primo singolo estratto, “House”, si percepisce quel segno di svolta intrapreso e scandito dalle lyrics: “This is my place, my house, my rules”.

Quattro album in poco più di dieci anni di carriera per Hannah Reid, Dan Rothman e Dot Major che attraverso i quarantadue minuti di “The Greatest Love” raggiungono un nuovo grado di consapevolezza, riuscendo probabilmente a mettere a segno il loro miglior lavoro ad oggi.

La voce di Hannah non ha bisogno di essere celebrata per quanto talentuosa ancorché la sua nuova dimensione di maternità sembra donarle un aura ancora più potente ed eterea che si riverbera nelle note meravigliose formate dal trittico “Into Gold”, “Fakest Bitch” –  dall’ambientazione nostalgica che nasconde un duro confronto con se stessa e con la sua crescita ma con un refrain dalla melodica speranza – e dalla intensa title track che, con un tuffo nel passato, chiude un disco sopraffino.

Chitarre acustiche e pianoforte non sono la portata principale di questo “The Greatest Love”, anzi, le esperienze on stage con l’utilizzo di copiosa elettronica hanno segnato molti dei momenti della tracklist come in “Ordinary Life”, che vede l’utilizzo di effetti vocali e synth, nella successiva “Santa Fe” e soprattutto nel riuscitissimo groove di “Kind of Man”.

Il grande merito dei London Grammar è di aver trovato con questo nuovo lavoro un punto di equilibrio eccezionale nel quale i momenti più intimi e pacati si ritrovano a fare i conti con accattivanti ritornelli (“LA” o “Rescue”).

Insomma, i London Grammar non hanno più nulla da nascondere e non intendono farlo; la loro consacrazione è stata oramai raggiunta anni addietro – tra l’altro la scorsa estate sono stati headliner al Latitude Festival e al Glastonbury Festival Park Stage – e con “The Greatest Love” dovranno solo far tesoro di questo nuovo successo, perché così sarà, approfittando della strada in discesa per programmare con decisione i prossimi passaggi.