Quando negli squat e nei club della periferia della Ville Lumière si facevano strada i Mano Negra di Manu Chao e Les Négresses Vertes, riportando la Francia al centro degli ascolti dei fan della musica rock, la cui dieta musicale a quell’epoca era fatta di musica britannica o, al massimo, statunitense. Già, perché Manu Chao tra un paio di settimane uscirà con un nuovo album (“Viva Tu”), mentre le amatissime Négresses Vertes sono di nuovo in pista in Italia per un tris di concerti.
Nel dettaglio: l’11 ottobre al Teatro Miela di Trieste, il 12 al Combo Club di Settimo Torinese e il 13 al Druso di Bergamo.
Di recente Stéfane Mellino, 64 anni, uno dei fondatori del collettivo parigino, cui è toccato l’ingrato compito di dare la voce al gruppo dopo la morte di Helno, l’autore delle canzoni che li hanno resi immortali, morto per overdose a soli 29 anni, rende bene lo spirito dei concerti di una band che ha sfornato album iconici come “Mlah” (era l’anno di grazia 1988) e “Famille Noimbreuse” (1991): «È come se facessimo le cover delle nostre canzoni… Il fatto è che il pubblico è felice, si diverte, balla e canta». In effetti, non c’è che dire, di pezzi da cantare ce n’è a iosa: da “Zobi la mouche” a “Voilà l’èté” passando per “Face à la mer”.
«Non sembri irriverente, ma suonando quei pezzi è come se Helno (all’anagrafe Noël Rota) fosse vivo con noi, attraverso la sua poesia e la sua maniera di scrivere. Credo che la sua scrittura sia senza tempo, come può esserlo la musica. Il connubio tra la poesia di Helno, quei testi cupi, e la musica spensierata che abbiamo sempre fatto, in cui c’è il punk, il folklore gitano, la chanson francese e la canzonetta, ha creato lo stile dei Négresses Vertes. Uno stile e un suono che sembra piacere anche alle nuove generazioni».
Info e biglietti QUI.