Negli ultimi mesi il nome dei Gurriers ha suscitato parecchio interesse, grazie anche agli attestati di stima ricevuti da BBC Radio 6, ma non solo e ovviamente non mancheremo alle loro italiane previste per il mese di fine ottobre.

Credit: Joshua Mulholland

La band di Dublino ha registrato questo suo primo full-length a The Nave di Leeds insieme al produttore Alex Greaves: nella press-release gli irlandesi spiegano che l’album esplora la noia esistenziale nel mondo digitale contemporaneo, criticando la distrazione dei social media e il crescente narcisismo online.

“Nausea” apre questo debutto sulla lunga distanza dei Gurriers e ci mostra subito di che pasta sono fatti: rumorosi, incazzati, con riff potenti che arrivano dritti in faccia proprio come le grida del frontman Dan Hoff e una sezione ritmica cupa e che non smette di pestare con decisione.

Assolutamente interessante poco dopo anche “Dripping Out” che, sebbene non nasconda il suo spirito punk e la sua urgenza, lascia spazio a toni più puliti e a un coro che comunque gode di buone sensazioni melodiche, seppur senza dubbio intense.

Se “Close Call” ci porta su territori noise decisamente pesanti con un’atmosfera claustrofobica, ma molto potente, “Top Of The Bill” ha arpeggi decisamente più delicati, leggeri e tranquilli, che lasciano anche la possibilità alla voce di Hoff di prendersi un momento di riflessione.

Subito dopo la rabbia punk si scatena con follia nella grintosa “Sign Of The Times”, mentre la title-track “Come And See” chiude il disco spostandoci verso panorami sonori shoegaze sempre rumorosi, ma puliti e melodici.

Davvero un bel debutto per questi ragazzi irlandesi che dimostrano di saper andare oltre i limiti che il genere del punk gli può mettere e di poter costruire un futuro interessante.