Ora che I Blur sembrano pronti a entrare nuovamente in un periodo di pausa i vari membri della band possono tornare ai loro progetti alternativi, Graham Coxon non perde tempo alimentando il suo sodalizio artistico e personale con Rose Elinor Dougall (The Pipettes) attraverso questo nuovo lavoro e un tour.

Credit: Steve Gullick

Quindi ecco pronto il secondo album per The Waeve, dopo che con il loro esordio avevano convinto pienamente con brani riuscitissimi sotto tutti i punti di vista, melodicamente accattivanti e arrangiati magnificamente, i nostri eroi non perdono tempo e sono gia’ di nuovo in pista.

Con questo nuovo album si ripete la formula, ancora alla produzione troviamo il mitico James Ford ( Arctic Monkeys, Florence and the Machine, Foals, Depeche Mode, Haim e Gorillaz) che partecipata anche come coautore, e il risultato possiamo dirlo subito è ottimo, un album ancora una volta piacevole da ascoltare fino alla fine.

Il brano di apertura “City Lights” richiama fortemente il David Bowie di “Scary Monster” ( un richiamo che in realtà troviamo con una certa frequenza nei lavori di Graham), in questo caso è chiaro accostare il brano a “It’s No Game, Pt. 1”, ma tutto funziona comunque più che bene.

“You Saw” è un gran pezzo, inizio sognante con la voce di Rose Elinor Dougall ma poi tanto altro tra ritmo, fiati ( con Mike Smith, che ha collaborato con Damon Albarn in molti dei suoi progetti dai Blur, ai Gorillaz fino a The Good, the Bad & the Queen, al sassofono) e un finale da brividi quando la costante ripetizione di “… We give into love We give into love ….Come out of the darkness” prende il sopravvento, un brano di crescita che mostra dove possono andare in futuro i The Waeve.

L’inizio folgorante dell’album non si ferma di certo ai primi due brani, “Moth to the Flame” mantiene alto il livello, sax e basso si combinano ipnoticamente tracciando melodie indie pop anni 80, seguita dal folk elettronico di “I Belong To…” che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come la voce di Graham e Rose sia capace di combinarsi in ogni brano in modo convincente.

Tra i miei brani preferiti dell’album sicuramente “Broken Boys” con il suo andamento punk capace di dare energia fino alla fine, la splendida “Girl of The Endless Night” su un tessuto intrecciato dalla chitarra acustica si muove una melodia originale che ti cattura, un brano che rappresenta uno dei momenti più alti dell’album.

“Sunrise” è il brano che conclude l’album e mostra come The Waeve sia una band che fa anche dell’eleganza un punto di forza, che ha una sua identità precisa capace di mostrare il suo valore nella ricerca di melodie mai scontate e banali.

“City Lights” è un lavoro che conferma come la band sia un progetto suggestivo e affascinante, un album che, grazie a una serie di brani riusciti, riesce nella difficile impresa di migliorare quanto già mostrato nel loro ottimo esordio.