Per Mike diventare spaventatore è il sogno di una vita, mentre per Sulley si tratta semplicemente di seguire le orme della sua famiglia, tra le più facoltose di Mostropoli. Ma qual è la qualità  più utile allo scopo? Il talento naturale o l’impegno e la costanza negli studi? I due non diventano subito amici, anzi si scontrano in modo proporzionale alla loro diversità  fisica, al loro approccio alla vita e alla diversità  degli obiettivi. Un incidente particolarmente serio metterà  a rischio tutto quanto, e saranno costretti a collaborare per ritornare in carreggiata, riacquisire credibilità  e continuare a frequentare la facoltà  di spavento. Sarà  solo l’inizio di una bellissima amicizia che li porterà  alla “Monsters, Inc.”.

Aspettavo questo lungometraggio con fermento un po’ perchè un film Pixar ormai è diventato un evento irrinunciabile e un po’ perchè, almeno per chi scrive, Monsters & co. rappresenta il punto più alto del cinema d’animazione hollywoodiano e americano (affiancato da Wall-E e Toy Story 3).
Ebbene Pixar si cimenta nella commedia più pura e nel sottogenere college movie, tanto amato dagli americani così come da buona parte di noi europei, uniti nel sogno di questi campus da favola.
Tutti i temi e gli scenari tipici del college movie sono proposti:

Dalla ricostruzione tridimensionale che richiama le strutture della Ivy League, i classici dormitori, passando per le immancabili competizioni fra confraternite( segnate dall’alfabeto greco) fino ai party selvaggi.
Rivedere in quest’ambiente Mike Wazowski e James Sullivan regala inevitabilmente un sorriso alla sola entrata in scena per chi ha amato il primo film, e ci si rende presto conto di come questi personaggi siano una coppia creata su un’alchimia di scrittura che ha pochi eguali.
Rispetto a “Monsters & co.”, Mike ha una presenza più massiccia e non è solo la parte comica, gli sceneggiatori hanno saputo completare un percorso di caratterizzazione iniziato con la pellicola precedente attraverso un incrocio dei ruoli; nel capitolo precedente era Sully il protagonista e il buffo monocolo la spalla.
Non tutto il carico però è affidato sulle loro spalle, ci sono tanti comprimari che riescono benissimo nell’intento di non inflazionare la presenza dei protagonisti nell’azione.
Il film infatti scorre benissimo e senza intoppi nonostante il plot segua quel percorso di redenzione/riscatto dell’eroe ormai usurato.
Si riconosce agli scrittori la capacità  di non banalizzare lo svolgimento, questo attraverso una sceneggiatura che bada al ritmo, calibra le gag e la conoscenza dei mostri con parsimonia e intelligenza.
In tutto ciò vengono anche inserite alcune interessanti sequenze che giocano con i clichè dell’attuale horror in cui lo spettatore cinefilo si può divertire a trovare le numerose citazioni inserite.
Il messaggio principale di guardare con ottimismo al futuro, non perdersi d’animo di fronte alle difficoltà  e saper sfruttare le proprie capacità , è forse adatto alle generazioni di giovanissimi; più per l’impostazione in cui è mandato che per la reale essenza del contenuto.

Il finale non ha nulla a che vedere con il toccante happy ending di “Monsters & co” e forse è il punto in cui si sente maggiormente la mancanza della penna di quello straordinario sceneggiatore e regista che risponde al nome di Andrew Stanton, che quando si cimenta nell’animazione è insuperabile.
Il gruppo di animatori ancora una volta si supera e compie uno straordinario lavoro di disegno sia delle creature sia dell’ambiente, anch’esso caratterizzato al meglio per fondere il design di Mostropoli e i reali college; il tutto con una gamma di colori accesi ma mai pacchiani o kitsch.

La colonna sonora di Randy Newman non è niente di speciale e non eguaglia il lavoro fatto con il capitolo precedente; si compone perlopiù di classica musica orchestrale orientata su un tema gioioso di cui “Main title” e “Mike e Sully” sono le tracce migliori.
Mentre la canzone di lancio, sentita più volte nei trailer, è “Roar”, firmata dalla coppia Axwell e Sebastisan Ingrosso degli Swedish House Mafia, perfettamente inserita nel contesto sia generale che di messinscena.
Il doppiaggio, nonostante il cambio di voce di entrambi i protagonisti (uno purtroppo inevitabile), è buono e la voce di Sandro Acerbo non marca un particolare distacco con quella dell’ indimenticabile Tonino Accolla.
Monster university non raggiunge il divertimento, la poesia, il sentimento e la magia di Monsters & co, ma riesce nell’impresa di non uscire distrutto dal confronto con il film precedente e riporta Pixar su binari più consoni e distanti da quelli (arrugginiti) di padrona Disney.

P.S. “The Blue Umbrella”, il corto che precede il film, è una chicca degna dei migliori Pixar; se avete adorato Paperman di Disney questo non si distacca di molto, ha solo un tocco di classe in più.

Rating:

Regia di Dan Scanlon
Produzione: Pixar animation studios, Walt Disney pictures
Sceneggiatura: Dan Scanlon, Daniel Gerson, Robert Baird
Montaggio: Greg Snyder
Scenografie: Ricky Nierva
Colonna sonora: Randy Newman
Con: Billy Cristal, John Goodman, Steve Buscemi, Helen Mirren, Alfred Molina, Charlie Day
Durata: 104 min

Il Trailer