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Novità dal pianeta The Horrors che a marzo torneranno con una formazione completamente rinnovata  e l’album  “Night Life” che nelle intenzioni dovrebbe evocare lo spirito istintivo e senza compromessi del primo periodo di una band che è oggi molto diversa da quella degli esordi. Ripercorrere i passi fatti e mettere a tacere il passato sembrano essere gli obiettivi dei nuovi brani, intanto torniamo ad ascoltarlo quel passato con una TOP 10.

10 – Sheena Is A Parasite
2006, da “The Horrors EP”

Li abbiamo conosciuti così i The Horrors, con l’EP omonimo del 2006 e il singolo “Sheena Is A Parasite”. L’indole garage senza troppi fronzoli e l’istinto melodico,  i riferimenti al punk e ai Ramones, l’impeto furioso di concerti sfrenati li facevano considerare la classica band da tenere d’occhio.

9 – Gloves
2007, da “Strange House”

L’album d’esordio sottotitolato “Psychotic Sounds For Freaks And Weirdos” recuperava i brani dell’EP uscito l’anno prima più altri cinque confermando la fama di band dalle grandi ambizioni degli inglesi, la presenza scenica del frontman Faris Badwan ben evidente in “Gloves” e la forza incredibile di brani diretti, genuini,  che entravano in circolo con disarmante rapidità.

8 – I Only Think Of You
2009, da “Primary Colours”

Il disco  in cui il sound dei The Horrors inizia a diventare meno ruvido e immediato, più complesso e intrigante. Co – prodotto da Geoff Barrow, Craig Silvey e  Chris Cunningham, “Primary Colours” li vede affiancare alle influenze garage rock atmosfere romantiche e decadenti come in “I Only Think Of You”.

7 – Who Can Say
2009, da “Primary Colours”

L’altro lato, quello più rock e sfrontato, di “Primary Colours” un disco fatto di estremi e momenti altamente psichedelici (“Sea Within a Sea” giusto per citarne uno) che certifica la crescita sonora e compositiva di una band che era impaziente di esplorare nuove strade senza rinnegare il passato recente ma con la voglia di guardare avanti.

6 – Oceans Burning
2011, da “Skying”

2011, momento della svolta per i The Horrors che ormai hanno poco della band scatenata di qualche anno prima e colpiscono con un album luminoso, psichedelico, ancor più sperimentale dove le melodie sono fulgide e dirette, le chitarre spesso distorte ma gentili come quelle di “Oceans Burning” sette minuti e cinquantuno veramente intensi.

5 – Endless Blue
2011, da “Skying”

Sassofoni e armonie colorate in un brano dall’incipit caldo, quasi soul, che poi s’incattivisce diventando una gemma di rock contaminato e grintoso, trascinato dalle chitarre e da un ritornello ben centrato e orchestrato, segno di evidente maturità e uno dei momenti migliori di un album che regalava sorprese continue.

4 – In And Out Of Sight
2014, da “Luminous”

Un disco decisamente più lineare rispetto al passato ma non meno complesso che vedeva i The Horrors collaborare con Paul Epworth in “Falling Star” ma dava il meglio in brani nervosi e vivaci come “In And Out Of Sight” dal sound inedito per loro, tra rock e elettronica pulsante per una band in costante evoluzione.

3 – Jealous Sun
2014, da “Luminous”

Uno dei brani migliori di “Luminous” che torna alla psichedelia di “Skying” del 2011 riletta in chiave sempre  melodica ma più grintosa e rock, chitarre distorte e piene di effetti, un gran bel crescendo finale  e quel senso del drammatico che i The Horrors hanno sempre avuto messo al servizio della canzone.

2 – Ghost
2017, da “V”

Il rapporto con Paul Epworth iniziato in “Luminous” si rafforza nel 2017 quando i The Horrors gli affidano la co – produzione di “V” un album ben equilibrato e avventuroso, che affiancava brani decisamente ritmati come “Machine” ad altri ben più intimi  tipo “Gathering” e questa  ipnotica “Ghost”.

1 – Something To Remember Me By
2017, da “V”

L’ultimo brano di “V” quello che ormai è a tutti gli effetti il canto del cigno della formazione originale dei The Horrors prima del nuovo corso simboleggiato dal singolo “The Silence That Remains”. Distopico, ritmato e irresistibile “Something To Remember Me By” oggi sembra quasi profetico, la chiusura di un ciclo.