Secondo album in studio per Finneas Baird O’Connell, seconda scorpacciata di brani con un piede nell’indie-pop e l’altro ben piantato nel mainstream più generalista. Come potrebbe essere altrimenti, del resto, per il fratellone della ben più celebre Billie Eilish?

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Già, perché il buon Finneas non è solo il deus ex machina di tutti i progetti (o quasi) della giovane artista statunitense, ma anche e soprattutto uno dei producer più in voga (e capaci) del glitterato panorama pop a stelle e strisce. E scusate se è poco. “For Cryin’ Out Loud!”, questo il titolo dell’opera in questione, arriva a quasi tre anni dall’uscita dell’ottimo disco d’esordio (“Optimist” del 2021) e a qualche mese di distanza dalla pubblicazione di “Hit Me Hard and Soft”, celebratissimo disco della “sorellina”.

Musicalmente, si tratta di un progetto che mette in evidenza le buone doti cantautorali dell’artista losangelino, ma che non riesce ad elevarsi oltre quelle coordinate già seguite ossequiosamente nel debut di cui sopra. In parole povere, il caro vecchio (si fa per dire) Finneas è bravo, bravissimo, ma non è riuscito ancora a trovare la sua hit spaccaclassifiche. Certo, brani quali “Cleats” o la stessa “2001″ meriterebbero ben più attenzione di quella che gli è stata riservata, mentre “Same Old Story”, se fosse stata cantata da “un certo” Harry Styles, comparirebbe un giorno sì e l’altro pure in tutte le stories di Instagram (con buona pace dello scrivente).

Tuttavia, una delle peculiarità maggiori del cantautore californiano è proprio quella – per nulla banale – di riuscire a raccontarsi attraverso una propria cifra stilistica ben definita. Ascoltare un album di Finneas, infatti, equivale ad immergersi in un campionario sonoro completamente agli antipodi rispetto a quello propinato dalle altre popstar del regno delle sette note. La title-track, per esempio, è una mid che descrive alla perfezione lo stile sobrio ma incisivo del producer classe ‘97. E cosa dire di “Sweet Cherries” se non che maramaldeggerebbe oltremodo in almeno sette-otto dischi pubblicati quest’anno da nomi un po’ più blasonati del Nostro?

In definitiva, potremmo descrivere “For Cryin’ Out Loud!” come il coerente continuum del precedente “Optimist”, anche se al netto di qualche episodio ancor più interessante (“What’s It Gonna Take Break Your Heart”). L’impressione è quella che Finneas navighi decisamente a vele spiegate, ma con ancora il freno a mano tirato. Epperò, se dovesse riuscire a innescare le marce giuste, ne vedremmo davvero delle belle. Le potenzialità ci sono tutte. Manca il guizzo. Ma per quello c’è ancora tempo.