La notizia della fine dei Black Midi, o meglio della chiusura del progetto a tempo indeterminato, era arrivata improvvisa durante una diretta Telegram, Geordie Greep aveva annunciato con assoluta naturalezza che non ci sarebbe stato un nuovo album della band ma che i componenti avrebbero continuato con i proprio progetti individuali.
Una notizia che ha sorpreso i numerosi fan che avevano apprezzato i loro tre album e li aveva ammirati nei loro concerti sempre coinvolgenti, sul più bello i Black Midi si erano sciolti lasciando un po’ di amarezza mista a curiosità, cosa ci avrebbe riservato le carriere soliste dei talentuosi componenti della band?
Il primo a farsi avanti è proprio Geordie Greep che si presenta con questo “The New Sound”, un album suonato in giro per il mondo con la collaborazione di una impressionante numero di musicisti, un lavoro che si allontana dal sound della vecchia band pur mantenendone qualche caratteristica.
Geordie mantiene una costruzione sonora complessa e piena di momenti compositi nei quali si mischiano vari generi musicali che fondono math rock con una propensione verso la world music, tra salsa, funky, il tutto prende un sapore da jazz band che pervade tutto il lavoro.
Un lavoro ispirato che trova anche nei testi un valore specifico, un costante racconto di uomini disperati che esorcizzano la loro solitudine e la loro inadeguatezza restando fermi nel loro mondo come avviene nel singolo “Holy, Holy”, nel quale un uomo descrive il suo grande successo con le donne rivelandosi poi semplicemente un povero fallito, viscido e inconcludente.
Anche in “As If Waltz” il tema si ripete, il protagonista si illude, in compagnia di una prostituta in quella ora di piacere comprato, di vivere una storia d’amore e lo fa elencando tutto quello che potrebbero vivere insieme rivelandosi una persona emotivamente e sentimentalmente sola, o come in “Through a War” dove un leader assetato di sangue viene piegato dall’amore che comunque non riesce a cambiare la sua natura.
Come potete capire i testi sono molti belli e raccontano in maniera puntuale e affascinante delle storie e dei personaggi sempre assolutamente interessanti, mentre dal punto di vista musicale Geordie mostra tutta la sua abilità aiutato da una strumentazione ampia e da una sezione ritmica di altissimo livello che dona all’album un sapore particolare e affascinante dalla caratteristica jazz.
Geordie Greep realizza un album complesso che necessita di parecchi ascolti per essere apprezzato pienamente, che riserva dei momenti altissimi ed epici (“The Magician”, “The New Sound”) e che mantiene allo stesso tempo una qualità costante e una varietà compositiva che lo rende difficile da etichettare.
Geordie sceglie con coraggio una via difficile e realizza un lavoro che live potrebbe rivelarsi diverso, data l’ampio utilizzo di musicisti in studio, ma possiamo dire con assoluta certezza che questo suo esordio è la grande prova di un musicista sicuro di se e con talento cristallino.