Eh si, tra polemiche per i biglietti, date mondiali che si aggiungono, supporti più o meno confermati, congetture su chi saranno i muscisti con i fratelli, Liam che giura amore fraterno a Noel e chi più ne ha ne metta…gli Oasis sono tornati per una serie di live che li vedranno impagnati per tutto il 2025. Tante, in questi anni, sono state le pubblicazioni dedicate a una delle band simbolo del Britpop, tante, sì, ma non tutte realmente complete o esaltanti. A mettere i puntini sulle “I” ci pensano Matteo Madafferi e Francesco Sciarrone due grandissimi appassionati (non solo di Oasis, ma di musica in generale) che hanno deciso di realizzare quella che, a conti fatti, poteva essere annunciata come l’opera “definitiva” sulla band. Impresa impossibile? Assolutamente no, perché “Definitive Oasis” si rivela esauriente e competente sotto tutti i punti di vista, da quello storico e musicale a quello visivo e iconografico. Ne parliamo proprio con i due autori…

Buongiorno ragazzi, fatemipartire da una battuta. Gli Oasis annunciano la loro reunion ed ecco, in arrivo, il libro “Definitive Oasis”: non è che ve lo sentivate che prima o poi i fratelli Gallagher avrebbero rimesso in piedi la band?
Francesco: Erano anni che questa reunion era nell’aria, e ogni volta si finiva con l’ennesima reissue, i demo scovati nel cassetto di qualche studio e robe del genere. Bisogna però dire che per l’anniversario di “Wtsmg” ci si aspettava qualcosa di molto molto grosso.
Matteo: Possiamo dire che qualcosa sentivamo si stesse muovendo, ma l’accelerazione improvvisa che ha portato a questa reunion non ce l’aspettavamo proprio!

Che poi qualcuno potrebbe pure pensare ad un “instant book” sull’onda della reunion. direi che è tutt’altro che così, no? e allora, andiamo con calma: da dove è nata l’idea di scrivere su un gruppo come gli oasis? non credo manchino i libri sui fratelli gallagher, eppure voi, tu e matteo, vi siete lanciati in quest’avventura. qual è stata la scintilla?
Matteo: L’idea è venuta 5 anni fa a me, che volevo realizzare una biografia davvero definitiva sulla band, dopo aver acquistato tutte quelle pubblicate negli anni senza mai trovare una narrazione precisa e coerente. Dopo averne parlato con Francesco abbiamo pensato che sarebbe potuta uscire una cosa davvero bella e innovativa e ci siamo messi al lavoro.
Francesco: A me interessava molto la parte grafica del progetto. Devo dire che quando in Italia è stato pubblicato “Supersonic” sono rimasto molto deluso. La versione inglese era molto più ricca di foto e immagini, quella italiana un malloppo di solo testo, per di più pubblicizzata in maniera “truffaldina” in quanto riportata come “autobiografia”…di certo non volevamo fare l’ennesimo libro di solo testo.

Quanto tempo c’è voluto per arrivare al volume finito che mi sto tenendo fra le mani?
Matteo: 4 anni. 4 faticosi anni, aggiungerei.

Come vi siete spartiti il lavoro?
Matteo: Io mi sono fondamentalmente occupato del testo, mentre Francesco dell’impaginazione.
Francesco: Ho letteralmente scandagliato il web alla ricerca di memorabilia, gadget, biglietti. Una grande mano ce l’ha data il fanbase degli Oasis che ha quasi fatto a gara a chi condivideva il reperto più originale e raro: è incredibile come il loro pubblico sia attaccato non solo alla discografia ufficiale, ma anche ai poster, alle maglie…e soprattutto ai biglietti!

Mi piace da morire quel “definitive” che risalta in copertina. non è mica una parola da poco…
Matteo: Avevamo in mente vari titoli da dare al libro…”Oasis forever”…”What’s the story”… ma alla fine abbiamo sempre detto che questa doveva essere la biografia più completa mai realizzata, quella definitiva. e allora perchè non chiamarla “Definitive Oasis”?
Francesco: Per fare un libro sugli Oasis ci vuole un po’ di arroganza in stile Gallagher!

Nei ringraziamenti del libro vedo svettare due nomi che mi sono subito saltati all’occhio, decisamente importanti quando si parla di Oasis: Alan McGee e James Fry. Come siete entrati in contatto con loro e come hanno accolto il lavoro?
Matteo: Alan McGee è un contatto fornito da Stella Foligno, senza la quale non avremmo mai potuto ottenere anche altri contatti utili. James Fry invece è stato il fotografo di un altro amico, Alessio Cataldo, batterista dei Giuda, che ci ha messo in comunicazione con lui.
Francesco: James Fry è stato gentilissimo a rendersi disponibile sin da subito con i suoi scatti inediti. C’è anche il contributo di Brian Cannon, che era essenziale: è lui che ha costruito l’immaginario Oasis. Il primo sentore della reunion c’è stato in UK, alla fine di un concerto dei Blossom. Sullo schermo è apparsa una data, “ingabbiata”nel classico rettangolo bianco e nero: è bastato quello a far partire la notizia. Riuscire a costruire un linguaggio grafico così essenziale e allo stesso tempo così immediato non è roba da poco.

Anche Paul Gallagher è citato. Vi ha dato una mano?
Matteo: Paul Gallagher è sempre un contatto di Stella, ma purtroppo non ci ha dato autorizzazione per la pubblicazione delle foto di famiglia nella versione che verrà pubblicata a novembre, probabilmente a causa della reunion. Prima infatti aveva detto che potevamo usarle, e infatti nella copia promozionale sono presenti.
Francesco: Aveva condiviso con noi alcuni scatti di loro da bambini, materiale prezioso soprattuto per il primo capitolo. Ma poi c’è stata la reunion e ci ha detto che non poteva più concederci quelle foto. Sicuramente saranno destinate ad altro…

Il libro è veramente una bibbia per tutti i fan degli Oasis. Ricco di notizie e dettagliato, ma nello stesso tempo pieno di immagini del gruppo, recensioni, fotografie di ogni tipo. non c’è quindi solo un fine lavoro di scrittura, ma anche di recupero materiale che immagino sarà stato piuttosto impegnativo, sbaglio?
Francesco: Sì, è stato lungo e molto impegnativo. c’era il materiale dei fan, che era super raro ma non sempre in qualità accettabile. Ma alcune perle non potevano essere perse quindi ho dovuto lavorare molto per la correzione delle foto. C’erano poi i ritagli stampa delle riviste, che più si andava avanti più aumentavano. da piccole sporadiche notizie sono diventate recensioni di ogni concerto fino a sfociare nel gossip. C’è da dire che Noel, quando è “preso bene“, ama parlare con la stampa quindi alcune interviste sono un vero e proprio spasso. Sfortunatamente le leggi del copyright per questo tipo di documenti non sono le stesse che ci sono in Italia, e anche mettere un piccolo trafiletto sarebbe costato 250 sterline. Infine c’è Ebay dal quale abbiamo recuperato delle vere rarità tra le quali una serie di diapositive di foto inedite davvero interessanti.

C’è una parte, un capitolo o qualche spezzone che vi ha più messo in difficoltà nella stesura?
Matteo: L’infanzia e’ stato il capitolo piu’ complicato, sia per le fonti bibliografiche che per il materiale fotografico, una volta venuto meno il supporto di Paul.
Francesco: Per me invece è stato l’opposto, ovvero gli ultimi capitoli. C’era tanto di quel materiale che avrei voluto inserire, ma avevamo dei limiti di foliazione da rispettare.

Scrivere di una band come gli Oasis, così importante eppure anche così recente, dimmi la verità, che tuffo nella nostalgia di quegli anni vi ha fatto fare?
Francesco: Lo sai che per me il Britpop non è mai morto e ascolto con piacere qualsiasi gruppo di quel periodo. Pensa che inizialmente il progetto prevedeva anche l’intervento di alcune band per raccontare le prime date condivise con i Gallagher. Abbiamo un’intervista con i Real People e anche qualche aneddoto da parte dei Whiteout ma, nuovamente, lo spazio era quello che era e quindi alla fine le abbiamo dovute tagliare.

“Definitive Oasis” avrà anche un seguito?
Matteo: Come hai visto il libro si ferma al 1997. L’intenzione è fare una seconda parte, per coprire gli anni da “Be Here Now” alla separazione, e anche, a questo punto, alla reunion.

Francesco e Matte, grazie ancora per la vostra gentilezza. Chiudo con le ultime domande. La prima è ovviamente riguardante la reperibilità del libro. Dove lo si potrà acquistare?
Francesco: Il libro potete trovarlo su Amazon, sul sito di Epc Editore e nelle migliori librerie, essendo distribuito da Messaggerie.

La seconda coinvolge un’altra grande band del britpop…non è che dopo la biografia degli Oasis, per par condicio, vi gettate nell’impresa di curare anche quella dei Blur?
Francesco: Fosse per me di corsa! Poi però dovremmo chiudere la triade del Britpop scrivendo anche dei Pulp!