Pop sinfonico con pezzi da sei, otto o anche nove minuti. Già m’immagino a sonnecchiare prima della metà del disco. E invece, per mia grande fortuna, ho preso un granchio gigantesco. Parliamo di un DISCO con tutte le lettere maiuscole.
La magnifica title track tiene incredibilmente la tensione per nove minuti e passa. Un tripudio di songwriting sinfonico, degno dei fasti migliori di questo genere. “She Cleans Up” è il pezzo incendiario e sensuale che gli U2 vorrebbero scrivere dai tempi di “Bullet The Blue Sky” e non ci riescono. Con inserti di sax selvaggio che sono una bellezza. Un soul tagliente, ruspante, con inserti d’archi splendidi per “Josh Tillman and the Accidental Dose”. Splendida, meravigliosa psichedelia sinfonica per “Mental Health”. Capolavoro assoluto del genere, è già un classico. “Screamland” è un incrocio (ancora) tra il miglior Elton John, Alan Sparhawk (presente nel brano) e Radiohead. “Being You” è uno strano meticcio, una sorta di stop and go soul-pop. Ci avviciniamo al finale e balliamo di gran gusto con un epic-funky di gran classe come “I Guess Time Makes Fools Of Us All”. Il sipario si chiude con “Summer’s Gone”, Charles Dickens in musica…e scusate se è poco.
“Mahashmashana” è un termine sanscrito che significa “grande campo usato per la cremazione”. Non c’è nulla di funereo in questo disco ma di epico e in qualche modo eterno sì, eccome. Si percepisce un’atmosfera bigger than life che pervade tutto l’album. Father John Misty dimostra di essere un purosangue, un fuoriclasse, un classico contemporaneo come ce ne sono pochi.