Sempre pieni di energia i Qlowski che dopo  il promettente esordio “Quale Futuro?” del 2021 tornano con un secondo album ancora più tagliente, dark, rabbioso e volitivo che va oltre le classiche sonorità post – punk per esplorare nuovi orizzonti musicali in una formazione allargata che oltre a Mickey Tellarini e Cecilia Corapi comprende oggi anche  Lucy Ludlow, Christian Billard e James Luxton.

Credit: Patrick Smith

Ambientato tra Londra, New York e Glasgow, registrato prevalentemente a Dublino e prodotto da Daniel Fox (Gilla Band) tranne la trascinante “Surrender” curata invece da Louis Milbourn (Folly Group) “The Wound” vede i Qlowski misurarsi con art – pop, industrial, funk obliquo e mutante,  alt – rock. Un deciso arricchimento sonoro e compositivo che mette in luce la componente teatrale della loro musica impreziosita dalla copertina di Volodea Biri.

Le chitarre aggressive e veloci e il basso della title track possono ricordare i Cramps, mentre “Desire” con le sue geometrie precise è decisamente in quota New Order ma a colpire sono soprattutto brani più melodici come “Stronger Than”, “In Cold Blood” e “Can You Tell (Love Song for N.K.)” o il lato sperimentale espresso in “Mastering The Motions” e “It May Change” tra post – punk e piena new wave.  I sintetizzatori di “A Vision” sembrano far da contraltare a “Surrender”, quel “No Resistance” in equilibrio con la voglia di resistenza del singolo.  

Resta un album ribelle “The Wound”, nelle atmosfere cupe di “Praxis”, nella sua ricerca di armonie mai banali e sempre profonde, con le voci di  Mickey Tellarini e Cecilia Corapi decise e urgenti. La mano di Daniel Fox si sente soprattutto in brani come “Off The Grass” che rendono i Qlowski una band dal taglio internazionale, ormai matura e pronta per palcoscenici importanti.