Beh, ma che bel diaschetto hanno tirtao fuori i nostri cugini francesi dei Brian’s Magic Tears. Bello perché va a prendere le cose più belle degli anni ’90 in ambito guitar-pop, quelle made in UK, per capirsi e le frullano in un sound in cui la bilancia a tratti pende verso lo shoegaze e in altri momenti sembra che il baggy abbia ripreso il sopravvento come ai bei tempi di Madchester.
Il lavoro sul ritmo dobbiamo dire è molto acuto e interessante e vi confesso che più di una volta non ho potuto non pensare ai Chapterhouse del secondo album, quelli che univano a i ritmi ballabili le chitarre psichedeliche e shoegaze. Ecco i BMT spesso mi sembrano proprio voler lavorare forte su questa formula, contaminando il tutto, con risultati deliziosi tra l’altro (“Beauty and The Beat”), ma poi ecco canzoni come “Stream Roller” dove lo spirito di Shaun Ryder pervade completamente l’aria o “Stalker”, in cui le chitarre si fanno belle soniche e qui siamo proprio in zona shoegaze.
Reastano adorabili i ragazzi anche quando abbraciano un taglio quasi più psichedelico e onirico e una canzone come “Death Row” ce lo dimostra, con questo taglio tra l’acustico e l’elettrico che si fa visionario, ma la stessa “Deep Blue” pur con un taglio shoegaze ben accenmtuato, ha queste chitarre che rimandano a dei MBV sotto LSD. In ambito realmente dreamy c’è “Lady D” che chiude l’album in moto magicamente etero, quasi fosse un brano dei Suede scritto tra le nuvole, magnifico a dire poco.
Io continuo a pensare che in questi anni dalla Francia stiano arrivando delle cose favolose e i Brian’s Magic Tears sono qui a dimostrarcelo.
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