Ultimamente i Los Campesinos! ci avevano abituato a pause lunghe tra un album e l’altro, ma questa volta sono passati oltre sette anni dal precedente, “Sick Scenes”: registrato tra Frome e Cardiff in tre diverse sessioni, il disco è stato prodotto dal chitarrista Tom Bromley ed è il primo a uscire per la Heart Swells, la label di proprietà della band di Cardiff.

Credit: Adam Whitmore

Tantissimi sono gli argomenti toccati nei testi delle quindici canzoni di “All Hell” dal frontman Gareth Paisey (la musica invece è scritta da Tom) dal bere per divertimento e per infelicità fino ai problemi climatici, passando per l’acne da adulti, l’amore e il sesso, il calcio, il capitalismo, sognare a occhi aperti e non solo.

“The Coin-Op Guillotine” apre il disco con una lunga e delicata parte strumentale di oltre cinquanta secondi: la band gallese, mentre naviga su territori emo, porta leggerezza e una inaspettata vena riflessiva, mentre è solo il coro che aggiunge più energia e gli archi (arrangiati sempre da Bromley) portano eleganza.

La successiva “Holy Smoke (2005)” si sposta verso terreni emo-punk, estremamente divertenti e ci regala la perfezione melodica e l’adrenalina che abbiamo sempre riconosciuto ai Los Campesinos!.

“Long Throes” è più moderata e contiene perfino deliziose armonie accompagnate da un leggero velo di malinconia, mentre “KMS”, che vede la tastierista Kim Paisey, sorella di Gareth, ai main vocals, si nota per la sua gentilzza ed è uno dei momenti più delicati del disco.

“To Hell In A Handjob” ha un suono più pulito rispetto alle vecchie produzioni della formazione di Cardiff, continua a crescere fino all’esplosione verso un ritornello decisamente adrenalinico.

Se “Moonstruck” ha un’energia immediata e una divertente anima emo-punk, mentre la conclusiva “Adult Acne Stigmata” ci propone una inaspettata traccia acustica in cui la voce di Gareth, la chitarra e il piano sono gli unici protagonisti dentro al quale si puo’ percepire un colore chiaro-scuro.

Con questo nuovo disco i Los Campesinos! non si accontentano solamente di essere loro stessi, ma vanno anche a cercare di calpestare nuovi territori e, in più di un’occasione, riescono a creare sonorità più pulite e a essere meno frenetici rispetto al passato: oltre sette anni di attesa, ma il risultato è più che valido e segna un ulteriore passo avanti per il gruppo gallese.