Album d’esordio per la cantautrice ceca Misha Chylkova, londinese di formazione e milanese d’adozione. Anticipato nelle scorse settimane dai singoli “Sparrows e “The Loop”, “Dancing the Same Dance”, il disco è una raccolta di canzoni profondamente personali che la Nostra ha scritto nel corso degli ultimi anni. Il suo è un percorso dove l’andamento del loop, la circolarità di suoni e di concatenazioni melodiche la fa da padrone, creando una sensazione ipnotica, un movimento rotatorio che ci avvolge e ci cattura.
Tradotto in soldoni, si tratta di un’opera estremamente variegata, piena zeppa di sfumature, in cui l’artista riesce a spaziare su più fronti sonori riuscendo ad affacciarsi tanto dalle parti dell’indie-folk più internazionale quanto a quello di un indie-rock visionario, spesso mescolato con pulsazioni più oniriche e affascinanti, ombrose spesso, ma mai tenebrose, in cui la ritmica assume la sua importanza e la cangiante voce di Misha è filo guida in tutte le sue variegate manifestazioni. Attenzione perché le melodie importanti non mancano, le canzoni che restano appiccicate alla nostra pelle ci sono eccome e sopratutto il disco non è solo veicolo di emozioni eteree, ma è vivo, pulsante, intenso e fisico.
Del resto, le influenze di Misha Chylkova vanno dai Low ad Angel Olsen, passando per Black Heart Procession e Suicide. Insomma, “Dancing The Same Dance” rappresenta l’ottimo punto di partenza di una musicista vera e che abiura gli inutili fronzoli dell’indie più patinato per una complessità creativa dannatamente accattivante.
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