Cambio di rotta per Carlotta Sillano che dopo tre album in inglese a nome Carlot-ta tra cui un esordio molto fortunato, “Make Me A Picture Of The Sun” del 2011 vincitore del Premio Ciampi e candidato al premio Tenco, sceglie di passare alla lingua italiana affidandosi alla produzione di Taketo Gohara e Corgiat per questo nuovo disco.

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Dieci brani registrati tra Italia e Islanda in cui le identità di songwriter, ricercatrice, cantautrice della musicista vercellese convivono in un sound sofisticato, arricchito da testi che riflettono sulla natura, la conoscenza, la memoria. Alt – folk e elettronica sono la base di partenza per arrangiamenti vividi e ben orchestrati. Sperimentazione e melodia tornano a intrecciarsi in “Moderata Fonte” come già era successo nel secondo disco “Songs Of A Mountain Stream”.

I sintetizzatori e le tastiere di “Lineare A”, il piano di “Wunderkammer” e le dolci melodie di “Archeologie” con il quartetto d’archi Edodea diretto da Stefano Nanni trasportano in una dimensione spirituale che contagia anche “Monumento”.  Ci sono Alessandro “Asso” Stefana a organo e chitarre, Paolo Pasqualin alle percussioni, Cecilia Lasagno all’arpa a impreziosire un disco che arriva a sfiorare l’elettro – pop in “Arco – gravità”, sperimentando ancora con la musica e i testi di “Furia Iconoclasta” e “Canzone Dell’Oblio”.

Elegante “Vanitas” da cui è tratto il titolo dell’album come lo è “Desiderio Nuovo” ballata ipnotica e intensa. Il percorso di Carlotta Sillano ricorda quello di Beatrice Antolini per la raffinatezza stilistica che caratterizza “Nella Natura Vuota Dei Simboli Appassiti”, un disco dove la connessione tra suono e luoghi geografici viene esplorata con pregevole umanità.