Sono stati necessari 13 anni ma alla fine Alison e Gregory sono riusciti a dare un degno seguito a quel “Felt Mountain”, splendido debutto dreamy pop, messo subito da parte dal duo che ha poi deciso di virare sull’easy listening, sporcandosi le mani con l’electro-clash, la dance e il pop da classifica, che in realtà in classifica non c’è mai veramente arrivato. Le velleità da popstar di Alison, nonostante tutti gli sforzi profusi nel voler diventare la nuova Kylie Minogue, hanno dato come risultato un nulla di fatto. I Goldfrapp restano un fenomeno ancora “alternativo” e di margine che talvolta è riuscito a sporgersi sul mondo mainstream regalando una sequela di piacevoli singoli (“Oh La La”, “Number One”, “Ride a White Horse”, “Train” etc.) senza mai cristallizzarsi in un successo planetario.
Con “Tales of Us” i Goldfrapp vanno in pareggio. Il trittico dream pop e folk di “Felt Mountain”, “Seventh Tree” e “Tales of Us” si allinea a quello glamour e dancereccio formato da “Black Cherry”, “Supernature” e “Head First”, assetto che sottolinea una volta di più il dualismo che da sempre caratterizza la storia artistica del duo. Distonia di cui non si conoscono le ragioni ma che comunque rappresenta una singolarità all’interno del panorama musicale.
“Tales of Us” è una raccolta di storie che narrano di drammi quotidiani, grandi conflittualità , storie d’amore insolite, il tutto descritto attraverso un profilo intimo e serio, un solido dream-pop vecchia maniera, lontano dall’abuso di affettazioni sintetiche in cui oggi pare affogare. “Tales of Us” è sia un ritorno alle origini della storia artistica dei Goldfrapp, sia un repulisti dalle zuccherosità glamourous del lato B della loro discografia.
Compatto come non è mai stato nessun altro loro album, “Tales of Us” esce nel periodo più adatto dell’anno; il suo mood malinconico ed introspettivo ben si sposa con la predisposizione d’animo suggerita dalle giornate settembrine, per cui non meravigliatevi se vi sentirete improvvisamente toccati ascoltando le storie di “Annabel”, “Jo” o “Alvar”, raccontate da una eterea Alison che finalmente torna a screziare la sua voce abbandonando per una volta la modalità da gattamorta. Il primo singolo estratto, “Drew”, riparte dal periodo lasciato a metà da “Utopia” terminandolo degnamente, mentre “Ulla” si riaggancia ad “A&E” lasciando però da parte i facili entusiasmi laddove “Thea” tenta una sintesi emozionale tra le due anime dei Goldfrapp.
“Tales of Us” è l’album che non ti aspetti. Un regalo spontaneo fatto da chi non immaginavi nemmeno ti considerasse. E noi, stupiti, dopo tutto questo tempo non possiamo far altro che promuoverlo.
Credit Foto: Annemarieke van Drimmelen