Sono arrivati al quarto album i Post Nebbia autori di una crescita che dall’esordio autoprodotto “Prima Stagione” (2018) li ha portati a creare un sodalizio importante con Dischi Sotterranei e La Tempesta per “Canale Paesaggi” (2020) e “Entropia Padrepio” (2022) esplorando i temi più diversi e spaziando musicalmente dal post punk alla psichedelia.

Credit: Riccardo Michelazzo

“Pista Nera” raccoglie dodici brani che indagano il senso di smarrimento, vuoto e decadenza provato da molti millennial che sentono di vivere in un mondo estraneo che non riescono a capire e controllare. Il presente che sfugge dalle mani in una discesa libera su piste non tracciate e pericolose come quelle frequentate dal nonno alpinista di Carlo Corbellini (ritratto in copertina).

Nessun moralismo in un sound che unisce alt – rock e art – pop, melodie brasiliane, synth Moog, basso, batteria e chitarre fin dalle prime note di “Leonardo” senza dimenticare il krautrock obliquo e spigoloso di “Io Non Lo So” . L’assolo kamikaze del singolo “Pastafrolla” e le tastiere di “Piramide” sono la colonna sonora disillusa del mondo ritratto in “Statonatura”, “Super Sconto” e “Giallo”: ripiegato su se stesso e in agonia come i treni di “Lingotto”.

“Kent Brockman” sferza il mondo dell’informazione citando nel titolo il personaggio dei Simpson, chi è in  cerca dei Post Nebbia più distorti e aggressivi potrà godersi “Municipio” mentre la dinamica title track unisce pop e new wave come “Notte Limpida” in chiusura. Meno immediato di come potrebbe sembrare a un primo ascolto, “Pista Nera” conferma la particolarità della band padovana, sempre in grado di descrivere le cose da inedite prospettive.