Con “Ballads of Harry Houdini”, David Pajo ritorna sotto il moniker di Papa M dopo sei anni di silenzio discografico. Questo album segna un netto cambiamento rispetto al precedente “A Broke Moon Rises”, spostandosi da un sound acustico verso uno decisamente elettrico.

Credit: Alina Pajo

Abbiamo un approccio al contempo intimo e sperimentale, radicato nella tradizione post-rock di Pajo, ma con un tocco più diretto e accessibile. L’esperienza d’ascolto diventa così tanto viscerale quanto meditativa. Un album da non perdere per gli amanti del post-rock e per chi cerca un lavoro capace di dare emozioni e innovazione.

I tre brani strumentali sono semplicemente meravigliosi. Il pezzo d’apertura, “Thank You For Talking To Me”, si sviluppa con uno splendido incedere kraut-rock costellato da ululati poderosi di una chitarra che letteralmente ci parla, ci sgrida, ci ammonisce, ci deride. “People’s Free Food Program” evoca deliziose nostalgie da Tortoise ma con un piglio più energico. “Devil Tongue” è un brano notturno e cinematografico. Una chitarra avvolgente e sognante ci tiene per mano tra meandri sinuosi e ritmi sensuali. Come per magia, del resto evocata dal titolo, David Pajo ci regala anche tre notevoli ballate dallo stampo classico (“Ode To Mark White”), country-rock (“Rainbow Of Gloom”) e blues (“Barfighter”). In questi pezzi il nostro Papa M sfoggia una voce roca davvero niente male, oltre alla solita maestria con le sei corde.

In questo 2024 segnato da grandi ritorni, l’album di Papa M non fa eccezione e si rivela come uno dei migliori del nostro geniale artigiano, che continua (per fortuna) a produrre piccole gemme per il bene delle nostre orecchie e dei nostri cuori.