A un anno di distanza dal mezzo passo falso rappresentato da “Zig”, Poppy torna a imporsi sulla scena musicale con “Negative Spaces”, un album che riporta l’artista statunitense sul sentiero del metal più moderno e accattivante. Con le sue quindici tracce, il disco incarna perfettamente ciò che ci si aspetterebbe da una produzione firmata da Jordan Fish, ex membro dei Bring Me The Horizon: un sound muscolare, sintetico e potente capace di mantenere intatto un inossidabile animo pop.
Se gli esordi bubblegum pop della cantante sembrano ormai lontani anni luce, “Negative Spaces” segna l’apertura di un’ulteriore nuova fase della carriera di Poppy. Dopo aver dimostrato, con l’acclamato “I Disagree”, che anche un genere controverso come il kawaii metal può risultare degno di nota se elaborato con fantasia e sprezzo del pericolo, l’artista appare ora meno interessata alle stravaganze sonore.
Archiviata la fase sperimentale e forte di una recente collaborazione di successo con i Knocked Loose per un grandissimo pezzo intitolato “Suffocate”, Poppy si ripresenta al pubblico con un album di metal super-melodico, tagliato su misura per le radio alternative. Nonostante nulla faccia gridare al miracolo, ogni elemento sembra posizionato al posto giusto, contribuendo a un’opera solida e ben confezionata.
Dal punto di vista stilistico, il legame con le produzioni recenti dei Bring Me The Horizon è evidente. Poppy gioca abilmente sul filo tra un metal pompato di steroidi, arricchito da breakdown devastanti e sonorità elaborate estremamente “artificiali” (a tratti persino eccessive), e un pop immediato e accattivante. I ritornelli, pur dando talvolta l’impressione di essere creati in serie, lasciano il segno, confermando la capacità dell’artista di sfornare brani orecchiabili e di grande presa.
Uno dei punti di forza di “Negative Spaces” sta nella versatilità vocale di Poppy, che spazia da un cantato dolce e melodico a improvvisi scoppi di aggressività, con un simil-growl che caratterizza le tracce più heavy dell’album. Brani come “The Center’s Falling Out” e “They’re All Around Us” spiccano proprio per questa combinazione di melodia e brutalità, in pieno stile metalcore, rivelando il lato più affascinante e inaspettato della cantante.
Nonostante non sia un album indimenticabile, “Negative Spaces” si fa notare per una serie di sorprese che lo rendono un ascolto mai monotono. Tra queste, la parentesi synth-pop di “Crystallized”, il breve intermezzo soul alla Isaac Hayes di “Hey There” e qualche evidente citazione che sfiora il plagio: dalla super-deftonesiana “Surviving On Defiance” alla title track “Negative Spaces”, che ricorda da vicino (anzi, da vicinissimo) “Celebrity Skin”delle Hole.
Poppy si conferma un’artista difficilmente etichettabile, coraggiosa ma ancora alla ricerca di un’identità musicale pienamente definita. “Negative Spaces” è un buon esempio ibrido di nu metal/pop punk, moderno ed estremamente catchy, nonché un tassello importante nel percorso di una cantante che, pur restando incostante, continua a sorprendere.