Quarto capitolo nella carriera di Leon Bridges: il musicista nativo di Atlanta, ma cresciuto in Texas ci ha lavorato per alcuni anni tra Los Angeles e Nashville, prima di trasferirsi a Città Del Messico a fine 2023, dove ha registrato “Leon” aiutato dai produttori Ian Fitchuk (Beyoncé, Kacey Musgraves) e Daniel Tashan (Real Estate, Kacey Musgraves, Sarah Jarosz).
Bridges dice che ha iniziato a lavorare su questo album, che parla del periodo della sua crescita a Fort Worth, Texas, fin dalla sua adolescenza: alcuni pezzi erano stati scritti prima dell’uscita del suo precedente LP, “Gold-Diggers Sound“, ma non si adattavano a quel disco, per cui ha deciso di recuperarli per questo nuovo lavoro.
Lo statunitense infatti ammette:
Questo disco parla di giorni più semplici. Parla del tempo trascorso nella mia amata Fort Worth e delle esperienze che mi hanno reso l’uomo che sono oggi. È musica soul nel senso più vero del termine: è impregnata della mia anima.
Se la sua voce rimane giustamente in primo piano per tutto il disco, c’è una grande eleganza che pervade questo lavoro, trasportando Bridges anche verso influenze sonore al di fuori della sua comfort zone vera e propria.
Parliamo, per esempio, della raffinatezza dai sapori cinematografici del recentissimo singolo “That’s What I Love” che, mentre mantiene la sua anima R&B, trova la ricchezza degli archi che la impreziosiscono, mentre non manca una notevole dose di romanticismo e sensibilità.
Più avanti, invece, “Never Satisfied”, assolutamente intimo e soft, ha comunque elementi funk arricchiti dal Mellotron e da interessanti percussioni, oltre che da delicati synth.
Il ticchettio della batteria e alcuni assoli di chitarra caratterizzano “Panther City”, piena di nostalgia e, in un certo senso, di malinconia, dando un tono semplice e quasi pop al brano: il risultato è assolutamente godibile.
“Can’t Have It All”, invece, da una parte contiene elementi country-folk e dall’altra ci lascia letteralmente a bocca aperta con i suoi cori dai toni gospel da brividi.
La delicatezza della successiva “Ivy” ci stupisce ancora una volta: insieme al piano e ai morbidi arpeggi della chitarra, le vere protagoniste del pezzo sono le voci con armonie incredibili che possono fare invidia alle migliori cose scritte dai Fleet Foxes.
Un album intimo, romantico, sincero e pieno di sentimenti, “Leon” è capace di toccare il cuore di chiunque lo ascolti con la sua bellezza: ancora una volta Bridges sa regalare ai suoi fan infinite emozioni e tanta classe.