Credit: Fabio Campetti

Passa da Milano, dall’abituale Arci Bellezza, che non finiremo mai di ringraziare per la mole di artisti, che sta accogliendo, spesso e volentieri in data unica nel nostro paese, anche il tour dei KVB, che sono in Italia per quattro appuntamenti all’interno del giro europeo, per presentare il nuovo album “Tremors“, uscito quest’anno, il nono in agenda a tre anni di distanza dal precedente “Unity“.

Duo electro, dark wave, post punk, shoegaze, che dir si voglia, combo simbiotico tra due personalità come Nicholas Wood e Kat Day, che non lascia spazio all’immaginazione, un messaggio senza fronzoli e compromessi produttivi, con una drum machine a fare, spesso e volentieri, da ritmo e fondamenta, suoni sintetici a condire e le chitarre a colorare la voce di Nicholas, che rimane predominante e che si accolla gran parte del racconto, per un cantato algido e melodico allo stesso tempo.

Anche nella dimensione live non ci sono divagazione al tema, di fatto è una mera riproduzione del materiale su disco, che per alcuni può essere un dettaglio visto da un punto di vista negativo, in realtà anche questa dimensione funziona a dovere, supportata dalla fisicità degli stessi e dall’amalgama e dal loro affiatamento, per una carriera diventata importante e prolifica. Diciamo che rivederli accompagnati da una vera e propria band, potrebbe anche essere una soluzione futuribile per dare più soluzioni alle performance.

Anche “Tremors” porta avanti un messaggio sonoro esplicito, mantenendo un loro marchio di fabbrica, ovvero una buona e ficcante scrittura che si tramuta in canzoni che arrivano. Non ci saranno, quelli che in gergo, potrebbero definirsi “singoloni”, ma c’è, altresì, un’ottima media e che dal vivo, nonostante la succitata analisi di continuità con il lavoro fatto in studio, acquista quel qualcosa in più grazie, appunto, alla presenzialità.

Compliciti nella riuscita di un concerto assolutamente godibile, sono i visual che si prendono una bella fetta d’importanza, molto belli e curati, assolutamente in linea con il sound geometrico del duo londinese.

Lunedì sera quasi natalizio, la sala principale del Bellezza è in modalità “tutto esaurito”, concerto che comincia poco dopo le 21,30 per chiudere qualche minuto passate le 23.

Tutto d’un fiato, una microscopica pausa, che separa l’epilogo con la cover di “Meditation” cantata da Kat e l’evergreen di repertorio “Dayzed”, ma molto prima, episodi del disco nuovo, come la title track in apertura e le varie “Overload”, per il sottoscritto una delle piu’ riuscite, e “Deep End”, bellissima, al solito, “Never Enough”, caposaldo di una certa wave ripristinata dai tempi d’oro, ma anche la frizzante “Above Us”, che chiude appunto il primo set, prima dei bis.

Credo di aver detto tutto su un live piacevole e ben fatto a supporto di un songwriting che continua a mantenere soddisfatte le aspettative.