Credit: Solly_Darling, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Alison Mosshart dei The Kills è ritornata col pensiero allo spettacolo tributo a Mark Lanegan, ricco di star, tenutosi la scorsa settimana.

La Mosshart, insieme ad artisti del calibro di Josh Homme dei Queens Of The Stone Age, Dave Gahan dei Depeche Mode, Bobby Gillespie dei Primal Scream, Chrissie Hynde e molti altri, ha partecipato a uno spettacolo tributo in onore e celebrazione del 60° compleanno del defunto ex frontman degli Screaming Trees, collaboratore dei QOTSA e ovviamente solista, tenutosi alla Roundhouse di Londra il 5 dicembre.

La cantante ha condiviso sul suo account ufficiale Instagram un carosello di immagini della serata.

Mi ci è voluta una settimana per digerire questo concerto e mi sento ancora stordita. È stata una serata così ricca di amore e adorazione per Mark, per la musica di Mark, per il magico regno della musica stessa. Non ricordo di essere mai stata così nervosa per esibirmi. 6 pagine di testi che mi frullavano in testa, le prove, il ritmo, il cantare per giorni e giorni, il mio tentativo di immergermi completamente nei testi, nella mente di Mark, di cantarli senza pensare, di lasciarli volare liberi attraverso di me, senza cadere.

Ha rivelato di essersi messa ai lati del palco e di aver guardato Bobbie Gillespieche si lanciava nelle canzoni di Mark senza alcuna esitazione, mentre io mi lanciavo nel mio drink, tremando“, prima di salire sul palco per esibirsi insieme ai chitarristi James Walbourne e Troy Van Leeuwen, aggiungendo di non ricordare nient’altro.

Le 4 canzoni che ho cantato sono andate…proprio come avevo sperato… senza pensare, solo boom. Poi sono atterrata, di nuovo in disparte, a guardare il resto dello spettacolo, tutti quanti, uno per uno, si sono aggiunti al vento di burrasca della Roundhouse, le loro voci, la loro danza, la folla così bella, che brillava fino alle travi.

La Mosshart ha anche condiviso che cantare “Come To Me” con Josh Homme è stato per lei un momento culminante, dicendo che la canzone è “come galleggiare di schiena nell’oceano e guardare le stelle” e aggiungendo che durante quella parte dello spettacolo si è sentita come “una sorta di santa comunione“.

Per giorni dopo e nel sonno le canzoni di Mark hanno continuato a suonare nella mia testa. Non ringrazierò mai abbastanza Rich Machin per avermi contattato e chiesto di partecipare. È stato un grande onore essere lì e una serata che non dimenticherò mai. Così come Mark non sarà mai dimenticato. Ci ha lasciato una libreria così vasta di musica incredibile. Non un secondo sprecato sulla terra. Che bella serata.