Nel 2000 circa le sorelle Este, Danielle e Alana Haim avevano rispettivamente 14, 11 e 8 anni, e ascoltavano Rolling Stones, Fleetwood Mac e dischi Motown ereditati da mamma e papa`.
Nel 2000 circa, l’undicenne sottoscritto ascoltava Jamelia, Madonna, Britney Spears e al meglio meglio Elton John.
Poi capita che si cresce e gli ascolti (grazie a Dio) cambiano, cosi` adesso io e le tre sorelline terribili condividiamo un certo apprezzamento per Kendrick Lamar, Jay Z (direi soprattutto il primo Jay Z), Strokes, Primal Scream, e altra musica politicamente scorrettamente chiamata black.
è risaputo che le esperienze vissute in adolescenza ti segnano particolarmente, cosi` mentre io mi “accontento” di scrivere di loro, le tre californiane calcano prestigiosi palchi in giro per il globo. Fossi stato indirizzato da un fratello o una sorella maggiore nei miei ascolti adolescenziali magari potrei fare altrettanto in questo momento, chissa`. Ma non e` questo il punto.
Il punto e’ che le Haim hanno dato alle stampe uno dei debutti piu` interessanti di questo 2013 e degli ultimi anni in generale. Un disco pop che mescola magistralmente le loro disparatissime influenze: i languidumi soul-r’n’b di Cee-Loo Green (cui hanno anche fatto da support act), le chitarrine timidamente roboanti (come degli Strokes o dei Phoenix coperti da una busta di plastica) (e le nostre hanno aperto anche per Casablancas e la cricca di Thomas Mars), quell’andatura folk galoppante alla Fleetwood Mac circa “Don’t Stop” ““ “Go On Your Way”. Di questi ultimi rimane anche una voce, quella di Danielle, che spesso e volentieri ricorda quella di Stevie Nicks, ma anche Este e Alana non disdegnano incursioni al microfono.
A tutto questo va aggiunta una presenza scenica discretamente esplosiva, da lolite rock – o da lolite pop che giocano a fare le rockstar, non so – fintamente trasandate eppure (oppure proprio per questo) cool al limite dell’hipster (mi riferisco soprattutto alla bassista Este, la piu` maschiaccio delle tre). Anche l’immagine e l’immaginario oggi sono da tenere in considerazione, per un fenomeno annunciato forse un po’ frettolosamente gia` dallo scorso anno, ma che l’hype lo ripaga senza alcun dubbio.
Le sorelle Haim tutte le carte in regola per essere la band simbolo (si`, forse e` un parolone) della generazione post-internet di questi tempi: noi maschietti siamo attratti dalla loro carica sensuale e magari persino (eccheccazzo, diciamolo) erotica; le ragazze possono guardare a loro come eroine dal cuore spezzato, e che ben pensano che l’unico rimedio sia rivestire la mestizia di una fiera femminilita` a base di chiodo di pelle, shorts, lipstick, maglietta e stivaletti.
Tipe cool, a tal punto da potersi permettere di fare questa cosa qui. Non solo coolness però: “Days Are Gone” è disco di sostanza, debutto ottimo per una band che in questo 2013 così girl-powerful (Torres, Laura Marling, Savages, M.I.A., solo per dirne alcune) dice assolutamente la sua.