Da queste parti il conto alla rovescia è iniziato da mesi.
Ancora qualche giorno e la capitale sarà  teatro di un evento che nel suo genere non ha eguali.
Lanciate un’ occhiata al cartellone del Festival Dissonanze, scorrete le foto, registrate le emozioni di chi ha assistito alle passate edizioni, questo quanto basta per convincersi di trovarsi di fronte ad uno dei più prestigiosi festival europei di musica elettronica.
Eventi direttamente legati alla manifestazione (i concerti di Books, Stockhausen, la serata gratuita Die Schachtel ) ma anche esibizioni in perfetto stile “digital-music”, hanno costituito nelle scorse settimane deliziosi “antipasti” in vista della grande scorpacciata di inizio estate.
In quest’ottica la comparsata dei Telefon Tel Aviv si è rivelata perfetta tappa di avvicinamento all’evento di scena al Palazzo Dei Congressi il 1 e 2 Giugno.


Location il sempre attivo Circolo Degli Artisti e la cornice, anche in questo caso un festival, una due giorni organizzata dall’ Agenzia di promozione Kick It!, capace di catapultare sullo stesso palco nel giro di 48 ore, oltre al duo nato a Chicago ma di base a New Orleans, nomi del calibro di Of Montreal, Tarwater, Lo Fi FNK e Piano Magic.
Proprio la band di Glenn Johnson, recentemente tornata con “Part-Monster”, apre la seconda serata.
Il locale è stracolmo, a conferma dell’enorme seguito che la band inglese registra dalle nostre parti, aprono il concerto ma a tutti gli effetti sono gli headliner della serata.
Arrivo tardi, i Piano Magic iniziano a suonare in netto anticipo sull’orario atteso, rimango pazientemente in attesa.
Il veloce cambio palco ci consegna una grossa scrivania munita di strumentazioni varie, si passa dall’immancabile laptop, ad una tastiera, fino ad arrivare al sempre più presente ““ concerti rock o elettro fa poca differenza ““ Ipod, evidentemente diventato qualcosa di più di un semplice “fashion gadget”.
Joshua Eustis e Charlie Cooper salgono rapidamente, scattano una foto al pubblico e senza troppi convenevoli si chinano sul loro armamentario.


I nostri sono in solitario. A dispetto dell’acclamato (a quanto pare più dal pubblico che non dalla snob critica musicale”…) “Map Of What Is Effortless”, non si segnala presenza di vocalist e in generale di intromissioni vocali, se si esclude la dreamy-ballad “Bubble & Spike” nella quale gira gentilmente in loop la splendida voce di Linsday Anderson (L’Altra).
Per mio sommo dispiacere mancano quindi all’appello le corde vocali di Damon Aaron, componente black che incastonata nei layer digitali del duo aveva contribuito alla realizzazione di autentiche gemme di “indie-tronica soul-oriented”.
La scelta di tali rinunce impone una decisa ed inaspettata direzione al suono che si rivelerà  comunque quanto mai apprezzabile.
Abbandonata la matrice pop del recente “Map Of What Is Effortless”, affievolito l’approccio sognante, con suoni e ritmi si torna decisamente agli esordi, senza dubbio il più sperimentale “Farheneit Fair Enough” si dimostrerà  ben più di un semplice punto di riferimento.


Elettronica dal forte stampo ipnotico, beats e glitch in primissimo piano, ritmi energici, in un paio di casi assistiamo a lunghe, affascinanti, trame elettro affogate in un tripudio di suoni shoegaze.
I due pescano a piene mani da i loro due album, infilando tra gli altri il remix di “Knock Me Down”, brano di Slicker, boss della loro Hefty Records e a quanto pare unico responsabile del recente album di remixes a firma Telefon Tel Aviv. Joshua prima del concerto, scioglie qualsiasi dubbio in merito confidandoci “non abbiamo deciso noi di realizzarlo”… “.
Il bis è invece dedicato ad un’autentica anteprima.


Il brano che chiude il concerto farà  parte del nuovo atteso lavoro e propone interessanti divagazioni per il Telefon Tel Aviv sound.
In perfetta sintonia con l’intera esibizione, la partenza è decisamente sparata, i ritmi abbracciano più sfacciatamente la dance, tanto che qualcuno suggerisce, a ragion veduta, nette somiglianze con i francesi M83. Dance-pop ? Infatuazione per ritmiche house ? Voglia di conquistare definitivamente club e dance-floor ?
Questa anticipazione sembra in parte confutare quanto i ragazzi hanno dichiarato in una recente intervista : “”…prossimamente opteremo per un’apertura molto più dura”… Ci saranno forse più chitarre e un sound molto più vicino al rock”… vedremo cosa spunterà  fuori, ma sicuramente non torneremo a “Fahrenheit Fair Enough” nè resteremo fermi a “Map of What is Effortless”…”.


Di rock in quest’ultimo inedito come per tutta la sera se ne è sentito veramente poco.
Altresì abbiamo assistito ad una coinvolgente esibizione di elettronica d’autore, condizione già  necessaria e sufficiente per attendere impazienti “buone nuove” dai Telefon Tel Aviv e per abbandonarci definitivamente in un mare di “dissonanze”.

Credit Foto: By basic_sounds – Flickr, CC BY 2.0