Quando l’amore per la musica e le letture immaginarie della vita si palesano con l’estetica espressiva di questa giovane cantautrice americana, Ezza Rose, è difficile non rimanerne colpiti. “Poolside” è il nuovo lavoro dell’artista di Portland, un disco di nuvole, bambagia ed eleganza sopraffina che fluttua sullo stereo con l’intensità di una pioggerellina melanconica, una soffusa essenzialità folk-jazzly che rapisce sin dal primo brano in scaletta.
Una chitarra e una voce ispiratissima vogliono dire molte cose che magari non si possono dire con un fascio amperizzato di elettricità , e ascoltando questo disco si ha la sensazione che la vita sia una metafora di indulgenze e poesie rigate dall’anima, un insieme di emozioni rarefatte che sono una buona prova ascensionale di emozioni e riflessi dentro.
Disco notturno e caldo, trasognante e a tratti pensieroso, tutto è un trasporto intimo e personale che non sa cos’è il giorno, un ascolto mite e di qualità massima per una scrittura che non ha nulla da invidiare a certi “grandi” della scena e dove il minimalismo prende l’agognato podio dello sfacciato; Ezza Rose è un piccolo tesoro da tenere stretto, e le sue passionalità per il silenzio intorno e il rumore del silenzio sono sincere, basta ascoltare la tenerezza di “Loving and dreaming”, “Clowns”, “County line”, la sensazione boschiva di “Trigger”, la luna piena di “Blue sheets” o gli echi ancient folk che trasudano da “Sailboard” land per andare in apnea senza scadenza alcuna tra sogno e realtà .
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2. Loving and dreaming
3. Baby blue
4. Clowns
5. County line
6. Tie me up
7. Storyteller
8. Trigger
9. Blue sheets
10. Daymares
11. Sailboat land