[ratings]
Ok, questa volta vi risparmierò tutte le storie sulla Svezia, sul pop scandinavo e sul sole, tanto finirei col ripetermi fino alla noia. Restiamo inchiodati a questo disco dei They Live By Night, e alla mia difficoltà ad inquadrarlo precisamente dopo i primi due ascolti. L’attacco vintage del primo brano “Factory”, mi faceva pensare ad una band che attualizza il suono della west coast dei ’60 tanto caro ai Beach Boys, mescolandolo con sano twee-pop pieno zeppo di colorate melodie. Invece poi l’approccio cambia, e seppur nella successiva “school” fanno capolino delle tastiere vintage, il tono dei brani prende una piega decisamente diversa: indierock pieno di chitarre che guarda al garage stile David & The Citizen, ma anche melodie catchy vicine agli ultimi Belle and Sebastian con piccole incursioni shoegaze. Gli ingredienti si mescolano alla perfezione e il suono finale risulta fresco e accattivante, mai fine a se stesso, ed è un piacere tuffarsi in queste undici canzoni piene di riferimenti senza risultare eccessivamente derivative. Il limite di molti dischi del genere è il fatto di lasciarsi ascoltare tranquillamente, ma senza mai davvero esprimere qualcosa in più, finendo col somigliarsi tutti e alla fine annoiare. Almeno a mio avviso, qui siamo di fronte ad un prodotto leggermente diverso e con quel tocco di creatività e di coraggio in più che lo rende migliore di tanti altri. La stessa iniziale indecifrabilità che, beninteso, non si riferiva alla riuscita melodica dei brani ma a capire quale direzione armonica avesse preso la band, è già indice che qui si è osato qualcosa in più. Peccato solo che manca una ballata con i controfiocchi,che poteva essere la pur toccante “Boxing”, brano deviato poi in direzione più rock. Comunque degna chiusura di un disco che probabilmente ai più passerà inosservato ma che meriterebbe sicuramente un’attenzione maggiore. Noi conigli, al contrario, non ci facciamo mancare mai niente. |
||||||
|