Nelle poche foto reperite, Hanne Hukkelberg mostra sempre un sorriso innocente, fanciullesco, un espressione che difficilmente attribuiresti ad un personaggio in grado di lasciare a bocca aperta l’intero gotha della scena alternativa norvegese. In realtà quando si entra nella dimensione musicale di Hanne, ci si accorge di quanto sia ingannevole l’apparenza, di come basti poco per finire stregati da questa voce calda, coinvolgente, da un talento decisamente fuori dal comune.
Provare per credere “Little Things”, album di debutto da lei interamente scritto e arrangiato, un viaggio sonoro sognante sospeso tra atmosfere jazz, arrangiamenti elettronici, esempi di cantautorato cristallino. Inevitabile la sequela di accostamenti, da Bjork a Goldfrapp passando per Cat Power fino a scomodare mostri sacri come Nina Simone e Billie Holiday, nomi che avvicinati alla giovane Hukkelberg non hanno mai avuto il minimo rischio di risultare fuori luogo.
Impreziosito dalla collaborazione di ospiti come Jaga Jazzist, Kaada, Kiruna, Shining e Exploding Plastix, “Little Things” si impone tra le sorprese della recente stagione discografica, così come la sua autrice si inserisce di diritto nella lista “artisti da seguire a tutti i costi”.