Non si può certo dire che Joel Petersen sia un musicista poco produttivo: il nostro, già multistrumentista a tempo pieno con i Faint e bassista a tempo perso per i Beep Beep, è arrivato addirittura al quinto album col proprio side-project dal nome Broken Spindles ed è finalmente approdato alla forma canzone dopo le varie sperimentazioni elettroniche (quasi isolazioniste).
Si parte subito col sapore della strumentazione live: l’incedere risentito di chitarra basso e batteria di “I’ve Never Been This Afraid” stupisce per l’atipicità all’interno del percorso intrapreso dal progetto Broken Spindles ma non certo per l’originalità della soluzione. La breve “Introvert” lascia ben sperare nel suo mischiare con gusto indietronica alla Domotic e distorsioni garage e pure la desolante, quasi desertica, “No Mind Knows Mind”è ipnotica quanto basta, eppure il sapore di certe derive wave poco fantasiose è sempre dietro l’angolo (e infatti non tarda a prendere il sopravvento, per esempio, nella decisamente banale “The Moist Red Mess”).
Per fortuna i suoni tornano a farsi interessanti con la distorta e satura, nonostante la sua semplicità , “We All Want To Fit In” e nell’oscura e dai tratti glitch “You “‘re Happy But Not For Long”. Altrove si possono gustare accenni dark in cui la personalità dell’autore si fa ben presente, nonostante le composizioni spesso abbiano un po’ il gusto del già sentito: su questa sponda il pezzo da ricordare, uno dei vertici del disco, è senza dubbio la struggente e disincantata ballad conclusiva “The Talk”.
Verrebbe da dire che questo disco è indubbiamente fuori stagione, così cupo e solitario, ma non è questo l’unico problema: infatti, nonostante i pezzi non siano mai brutti, la creatività latita ed il piatto finale è buono quasi soltanto per fan ed inguaribili nostalgici wave.
2. Introvert
3. No Mind Knows Mine
4. The Moist Red Mess
5. A Beat Down Break Up
6. We All Want To Fit In
7. In The Dark
8. Figure Face Pretty Boy
9. You’re Happy But Not For Long
10. The Talk