Bell’esordio quel del trio capeggiato dalla giovane e talentuosa Adele Nigro ex Lovecats. Bell’esordio discografico della Bello Records, che ha voluto un inizio per la propria etichetta, bello sparato e spumeggiante. E’ tutto un valzer di inizi quindi perchè otttimo, immediato e d’impatto è il pezzo che apre il disco di “Silently. Quietly. Going Away”, “Something”.
Un disco immediato, molto incisivo, netto, suoni e arrangiamenti scarni ma maledettamente malinconici ed efficaci. Sia nei testi, nel sound, nei rimandi si sente una fragilità , un qualcosa di forte che è andato e che non si può più recuperare, ma che allo stesso ti porta ad andare avanti a tutti i costi perchè il tempo non sta di certo ad aspettare. In questo le dieci tracce sembrano accettare sprazzi autobiografici che tenere dentro e praticamente impossibile. “Silently. Quietly. Going Away” è un disco che suona splendidamente anni ’90 post grunge con forti tendenze slacker, alt, lo fi ed emo. I gruppi che ti vengono in mente sono tanti, di quelli imprescindibili, passaggi obbligati che abbiamo odioamato da teen, che ci hanno devastato mente e cuore e che ancora oggi sentiamo nostri perchè quando sei nato non puoi nasconderti.Death Cab, Pavement, Pixies, Hole, Pagoda, Built to Spill, Modest Mouse. Bands che volente o nolente hanno fatto il brutto e il cattivo tempo delle nostre emozioni, le nostre giornate, le nostre ore in sala prove a provare a partire da tutto quel sound per rimescolare le carte e provare ad esprimersi. Nel caso di “Silently. Quietly. Going Away” più che rimescolare c’è un ingenuità di base nel trasmettere la proprie emozioni. Sembra davvero percepire il messaggio “Così è, se vi pare”. Pochi fronzoli, beccatevi questi pezzi e fatene un buon uso, anzi fatene quel che volete, a noi frega ben poco.
Dunque un esordio positivo, una voce sincera e per niente forzata, un disco ben suonato che non vuole sconvolgere ma vuole essere diretto, sincero. Perchè è così che bisogna affrontare i tempi che viviamo, sentiamo, respiriamo. Ora spazio al bel tour in giro per l’Italia, quella indie, quella suonata, quella rock. E poi aspettiamo e auguriamo agli Any Other un ritorno in studio e quel pò di maturità che per forza di cose devi incamerare.
Niente retorica è la vita