Un mercoledì di mezz’estate. Nell’aria, l’odore delle vacanze, ma c’è ancora tempo.
Arrivare a Ferrara, la sera, in auto, al tramonto, fa sempre un certo effetto. Ad accogliermi Il castello e le sue mura che abbracciano lo splendido contesto.
Perchè il Festival di Ferrara Sotto Le Stelle, non ha scelto una location qualsiasi: il centro storico, le torri, il ponte levatoio, il fossato, la piazza, i ciottoli sotto i piedi, i palazzi seicenteschi, fanno da scenografia ad una rassegna entusiasmante di live che ci accompagna in un luglio caldissimo, il modo migliore per concludere la stagione.

Questa è la sera degli Xiu Xiu.
Memore del precedente tour italiano (ai tempi di “Fabulous Muscles”) non potevo perdermi i due californiani che ancora una volta ci avrebbero regalato forti emozioni.
E ‘forti’ forse è la parola adatta. Perchè lo loro musica ti entra nelle ossa, ti colpisce, ti ferisce, ti mette lo stomaco sottosopra, per poi lasciarti andare indenne, ma arricchito di nuove sensazioni.
La corte del castello estense mi accoglie già  gremita di gente, mi siedo, e penso che non potrebbe esserci condizione migliore per rivedersi Jamie Stewart e Caralee McElroy dal vivo.

Le luci si riflettono contro le mura, poi, d’un tratto escono gli Xiu Xiu sul palco e gli occhi sono tutti per loro. Alla formazione che presentavano nel precedente tour, si è aggiunto un batterista, che resta sempre molto in disparte, o meglio, lui suona ‘solo’ la batteria, non è eclettico come gli altri due che si dilettano con molteplici e bizzarri strumenti, e forse la posizione di secondo piano è quella che gli spetta.
“Sad Pony Guerrilla Girl”, il primo pezzo. Estasi. E’ il primo pezzo di “A Promise”, del 2003, uno di quegli album di cui non puoi fare a meno, di quelli che non hanno ancora fatto la storia perchè di tempo ne è trascorso ancora troppo poco, ma lasceranno traccia indelebile. E questo presagisce un live all’insegna dei vecchi album, il chè mi rincuora, dato che gli ultimi due sono leggermente sottotono ai primi.
Jamie imbraccia la sua chitarra, pronuncia sottovoce I like my neighborhood, I like my gun, con un tono sofferto e passionale, mentre Caralee suona la tastiera di fianco a lui. A volte penso agli Xiu Xiu come ‘la bella e la bestia’, lei aggraziata che suona preme delicatamente le sue dita sui tasti, graffia con cura qualche piatto o qualche retro di strumento, soffia nel flauto; lui pieno di energia, il corpo si contorce al suono di ogni nota, diventa un tutt’uno con microfono e con gli strumenti, esprime il malessere e la felicità  insieme, quasi a raggiungere un rapporto carnale con la musica, la crea, la afferra, ci gioca, la distorce, la trasmette. Sembra che non sempre il pubblico sia il primo destinatario della loro musica, è quasi come se Jamie non potesse fare a meno di suonare, come se fosse una componente vitale di cui non potere fare a meno, e per questo a noi arriva un emozione che non è solo musica, ma è carica di mille altre connotazioni emotive.

Per fortuna esiste ancora qualche gruppo (contemporaneo) che vive di musica, e non è solo uno specchietto per allodole, da copertina di rivista di moda.
Il pubblico è incantato, canta a bassa voce le parole che riesce a ricordare (e riconoscere), poi dal palco partono le note di “Ceremony”, cover dei New Order, tratto dal loro album di remix e cover: quasi commovente, per un’amante, come me, del gruppo di Bernard Sumner, è forse l’apice del concerto, di quei pezzi che già  nascono perfetti, se poi vengono anche rimaneggiati in modo del tutto particolare da un gruppo come gli Xiu Xiu, beh”…cosa chiedere di più.

Jamie e Caralee proseguono con la stessa carica a suon di “Bishop, CA” e “Boy Soprano” tratte dall’ultimo album “The Air Force”, per poi toccare il meno recente Fabulous Muscles, le bellissime “I love the valley OH!”, “Crank Heart” per poi concludere il concerto con l’omonima “Fabulous Muscles”.
Purtroppo Caralee non canta. La traccia con la sua voce dell’ultimo album, manca all’appello, e ci si consola con qualche coro accodato alla voce di lui, qua e là , e un unico urlo, al termine del pezzo, quasi a dire ‘guardate che anche io sono parte fondamentale degli Xiu Xiu‘.
Gli strumenti si scambiano, a volte le note (o i rumori) sembrano quasi suoni casuali, creati per una strana combinazione di gesti tra lui e lei, a tratti lievi tocchi, a tratti suoni decisi e profondi: non c’è paragone sensato per un gruppo come gli Xiu Xiu, si, qualche reminescenza dei Joy Division, contaminata da qualche sperimentazione strumentale alla Pere Ubu, ma impossibile definirli esaustivamente.

Trascorrono 50 minuti, così, come fosse niente, l’incanto giunge al termine. Ecco, forse l’unica pecca del loro live è la brevità . Anche se riconosco che le energie impiegate da Jamie nel suonare, non devono lasciargli molta forza per un live più lungo.
Mi ero dimenticata di quanto fossero meravigliosi gli Xiu Xiu dal vivo.

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XIU XIU su IndieForBunnies:
Recensione “WOMAN AS LOVERS”
XIU XIU LIVE @ Cortile del Castello Estense (Ferrara, 25/07/07)

Video della serata:
Ceremony