Mi piacerebbe poter tracciare una serie di album fondamentali, per me, della MPB e, se me lo permettete, mi piacerebbe partire da questo lavoro ‘ao vivo’ del grande Gilberto Gil.
Gilberto Gil, ex ministro della cultura brasiliano del governo Lula (perchè in Brasile al ministero della cultura ci mettono persone che fanno cultura o che hanno alle spalle una storia culturale , ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale), fa parte della corrente tropicalista brasiliana, a cui appartiene anche il suo amico Caetano Veloso, e, oltre ad essere un bravissimo chitarrista (Joao Gilberto ha più volte tessuto le lodi di Gil), ha avuto il merito di aver rimodernato il samba brasiliano modellandolo sullo stile reggae e afro-blues.
Perchè è fondamentale per me “Sao Joao Vivo”? Innanzitutto perchè sintetizza benissimo in un live infuocato e coinvolgente l’essenza della musica di Gil (la ricerca costante della spiritualità e della tradizione latino americana, l’unione tra vari stili per cercare una nuova via moderna da far percorrere al samba) e poi perchè riprende alcune canzoni tratte dall’album “Eu Tu Eles”, che è uno dei migliori lavori di Gil.
Ovviamente, nessuna guida ufficiale alla MPB vi indicherà questo live come fondamentale ma sicuramente è un ottimo punto di partenza per scoprire Gilberto Gil.
“Asa Branca”, “Baiao da Penha”, la romantica “Eu So Quero Um Xodò”, “Vem Morena” e la bellissima “Esperando na Janela” sono alcuni tasselli di un live unico, pieno di ritmo, brasiliano al 100% ma che, allo stesso tempo, rende omaggio al grande Luis Gonzaga attraverso la rilettura di alcuni classici del songwriter pernambuchiano come “Olha pro ceu” o la stessa “Asa Branca”.
“Refazenda” è l’ambizione di una persona di cultura a riconquistare ciò che ha perso e la canzone, per Gil, è un modo politico per affrontare determinati argomenti e per discutere di problemi seri che interessano il Brasile e i paesi latino-americani.
Ricordiamoci sempre che il movimento tropicalista è un po’ l’equivalente del ’68 francese in Brasile e si avvale della forma-canzone per protestare contro un governo dittatoriale.
Gil non ha mai smesso di combattere, ha trovato un suo linguaggio pop per comunicare il suo modo di ‘fare politica’.
Infine, e anche questo aspetto è presente nel live in questione, c’è il reggae. Pensate che il reggae approda in Brasile solo a metà anni ’70 e fu grazie a Gilberto Gil, vero e proprio pioniere, che questo genere inizia a diffondersi.
Gil rimane colpito dalla musica di Jimmy Cliff e dal suo film “The Harder They Come”. Così organizza un concerto a Salvador e si esibisce con lui in un live memorabile allo stadio Fonte Nova presentando, per la prima volta al pubblico, la splendida versione portoghese di “No Woman No Cry” dal titolo “Nao Chore Mais”.
Da questo momento, il reggae inizia a svilupparsi in maniera capillare su tutto il territorio bahiano tanto da sfociare in un genere del tutto nuovo e originale che oggi è conosciuto col nome di ‘samba reggae’.
La lezione di Gilberto Gil, oggi, è ravvisabile in Carlinhos Brown, forse suo unico erede.
Spero di avervi fornito un ottimo punto di partenza per scoprire un artista veramente eclettico e creativo e ricordate che il Brasile siamo tutti noi.