Tra disci prodotti, progetti di sound designer, installazioni artistiche, e varie collaborazioni collaterali con altri musicisti (tra i quali HEXA con Jamie Stewart degli Xiu Xiu) Lawrence English continua la sua infaticabile carriera per il quale la definizione di musicista rimane alquanto stretta. Il sound artist di Brisbane, partendo dalle sue origini industrial, dai primi anni Zero ha tracciato un percorso sonoro definito, che disegna soundscape in continua evoluzione ma che rimane fedele ad un idea d’origine, che fonde drone music ad ambient music. Da “Kiri No Oto” a “The Peregrine” arrivando agli ultimi lavori, lo studio del compositore australiano lo ha portato a indagare concetti come la memoria, lo spazio e la relatività , senza mai trascurare la sua ricerca principale, quella ricerca di “impatto sonoro” in grado di scuotere sensazioni interiori.

Lawrence English riprende con “Cruel Optimism”, il filo conduttore che aveva lasciato temporaneamente in sospeso con “Wilderness Of Mirrors” del 2014.
“Cruel Optimism” però risulta dalla qualità  dei nomi che vi partecipano un lavoro forse più ambizioso del suo predecessore. Tra i musicisti che vi partecipano ci sono Norman Westberg e Thor Harris degli Swans, Tony Buck e Chris Abrahams dai The Necks, l’austriaco Werner Dafeldecker, Mats Gustafsson e all’ensemble coristico The Australian Voice. “Cruel Optimism” è uscito il 17 febbraio, ma la versione deluxe rilasciata sul sito della sua etichetta Room40 qualche settimana prima dall’uscita ufficiale del disco era già  sold out da tempo.

Come detto prima, addentrandosi nell’ascolto dell’iniziale “Hard Rain” e continuando per i successivi “The Quietest Shore” e “Hammering A Screw”, English sembra di non essersi mai allontanati troppo dalle atmosfere di “Wilderness Of Mirrors” e successivamente, brani di ambient disteso come “Re-quiem For A Reaper/Pillar Of Cloud” e “Mouribond Territories”, trasportano l’ascoltatore in una condizione rilassata. E’ nella seconda parte che “Cruel Optimism” prende un’altra direzione. Da “Exquisite Human Microphone” in poi entrano più in gioco i musicisti coinvolti nel progetto e il loro contributo è assolutamente essenziale per l’evoluzione del nuovo lavoro di Lawrence English. Sembra di assistere a un colpo di scena un film, e l’atmosfera diventa spaventosa e drammatica. La tromba di Mats Gustafsson in “Exquisite Human Microphone” sembra provenire direttamente dalle inquietudini aliene messe del bellissimo “Arrival” di Denis Villeneuve e successivamente l’atmosfera dark di Negative Drone trascina l’ascolto in un territorio nebbioso, grigio e apocalittico. English ci traghetta in un universo noise dove spiragli di luce non se ne vedono ma la chiusura di Moribund Territories sembra stemperare un po’ la carica drammatica messa in atto precedentemente.

Come “Wilderness Of Mirrors” , il cui titolo aveva origine da un poema di T.S. Elliot ed era una riflessione sulla guerra fredda, anche “Cruel Optimism” è un lavoro complesso, con connotati politici e medita sulle conseguenze del nostro tempo. Influenzato dagli scritti di Lauren Berlant, Lawrence English riflette sulla condizione dei migranti e su altre tematiche che tanto hanno sconvolto il nostro presente, dalla Brexit alla elezione di Trump come Presidente degli Stati Uniti, passando per la nascita di movimenti come il Black Lives Matter.
“Cruel Optimism” è l’ennesimo gioiello di Lawrence English che, esattamente come gli amici e colleghi Tim Hecker e Ben Frost, porta avanti il lavoro iniziato molti decenni prima dai gruppi di studi della Darmstadt e da Giacinto Scelsi, riscrivendo le regole dell’elettronica moderna.