Chi non conosce ancora Father John Misty, farebbe meglio a prendere tutto ciò che ha ascoltato in questi ultimi anni e buttare tutto via, perchè Father John Misty è uno di quegli artisti che probabilmente riesce a non farti sentire il peso della propria bravura ma lo dimostra con una facilità estrema, dando vita a qualcosa che metterebbe d’accordo tutti, dal ventenne all’ultra sessantenne, la sua è una musica senza tempo, ed il suo ultimo album “Pure Comedy” ne è la dimostrazione.
Father John Misty è uno dei pochi artisti rimasti sul pianeta che riesce a trasmettere e comunicare, quasi come a sussurrarti nell’orecchio con grazia e disinvoltura che la musica non è ancora finita, che c’è ancora un altro ballo da ballare che d’altronde siamo tutti ancora in pista, senza pregiudizi su altri tipi di musica o su altri, Father John Misty riesce a trasportarti anche se non sei un vero e proprio intenditore di arrangiamenti jazz/blues ed orchestre, semplicemente, Father John Misty è un fiume in piena che ti arriva diretto in faccia e ti culla dall’inizio fino alla fine.
L’open track del disco potrebbe già sembrare un gran finale ma invece è semplicemente l’inizio di un viaggio che dura quasi un’ora ed un quarto ma che continua nelle proprie orecchie anche dopo avere tolto la puntine del vinile dal suddetto vinile (si, perchè Father John Misty va ascoltato così, non su Spotify). Ogni traccia regala grandi emozioni e ti immerge quasi come in una colonna sonora perpetua e continua dove il regista sono i tuoi pensieri e le tue emozioni.
“Pure Comedy” è un album che deve esser raccontato ai propri figli e nipoti e deve assolutamente esser tenuto stretto al cuore e dentro la propria collezione di vinili, nel modo più sacro che ci possa mai essere. Un album come quello di Father John Misty è la prova che la musica non è morta e mai lo sarà , un vero e proprio gioiello che possiamo portarci dietro senza dar troppo nell’occhio. Consigliatissimo a chiunque, di qualsiasi età , razza e genere. Father John Misty è puramente poesia.
Credit Foto: Emma Tillman