I THE HIVES suoneranno al FREQUENCY FESTIVAL 2008
Potrebbe essere uno di quei dischi che, bambino immerso senza protezioni nel profondo del rock’n’roll o sì definito da terzi, lasci scorrere con noncuranza nelle tue orecchie, senza preoccuparti di capirne le parole nè di afferrarne il senso, ma con il solo scopo, sacrosanto e quanto mai innocente, di ricavarne un adrenalinico svago.
Ed essendo che di un disco degli Hives si sta parlando, non ci sarebbe nulla per cui scandalizzarsi.
Invece “The Black And White Album”, ultimo lavoro discografico degli Hives, è nientemeno che un triste, ma giustificabile tentativo di (ri)entrare più o meno dignitosamente, in quell’Olimpo che Arctic Monkeys e Strokes vari hanno impietosamente rubato ai cinque svedesi in bianco e nero.
D’altronde, la geografia e soprattutto le mode musicali non sono certo un’opinione.
E allora, tentativi come il bieco e improbabile duetto con il rapper Timbaland dovevano metterci in allarme, dovevano farci capire come gli Hives cercassero le grazie di fans un po’ ingrati, svoltati, senza frecce o braccia in fuori, verso un più modaiolo british style, che di style ha forse ben poco.
Solo che a noi, che gli Hives li abbiamo amati tanto, e tanto li amiamo ancora nonostante tutto, non la si fa così facilmente.
A dir la verità , l’inizio, “Tick Tick Boom” e “Try It Again” sembrerebbero fare breccia nei nostri cuori senza troppi problemi, con quest’ultima accompagnata da battiti di mani e urla festanti che vorresti sempre sentire.
Addirittura “You Got It All..Wrong” sembrerebbe dire che, sì, gli Hives sono qui, per noi, e da veri eroi del rock’n’roll, sono qui per spaccare la faccia a chi li ha detronizzati con tanta facilità .
Poi però, tutto svanisce, in tanti pezzi di presunto rock’n’roll che la frustrazione e le tante gocce di sudore finiscono per rendere sterili, lontani anni luce dalla doppia velocità che solo gli Hives sembravano saper padroneggiare.
E anzi, episodi come “T.H.E.H.I.V.E.S.” (ahimè) con il suo incedere funky, e “Giddy Up”, semplicemente rubato a degli Infadels qualunque (eh si, ed è tutto un dire), ti fanno capire che no, gli Hives non sono qua per spaccare la faccia a nessuno, ma bensì per introdursi un po’ in ritardo, senza far rumore e lasciando tutto in ordine, in quel panorama di tanti e troppi cloni di Arctic Monkeys e compagnia.
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