Xenoula, al secolo Romy Xeno, è un’artista in bilico tra due mondi. Nata e cresciuta in Sud Africa si è trasferita in Inghilterra all’età di sedici anni e ora vive in Galles, ma non ha mai dimenticato le sue radici. L’infanzia sudafricana, passata in mezzo alla natura ascoltando canti e suoni provenienti dai villaggi vicini, ha profondamente influenzato la giovane Romy che da ragazzina ha avuto enormi difficoltà ad adattarsi ai frenetici ritmi britannici. Il contrasto tra due modi di vivere così diversi ha portato alla nascita del progetto Xenoula e all’album di debutto omonimo, che prova a costruire un ponte musicale tra tante identità .
Affiancata da Sam Dust aka LA Priest alla produzione Xenoula perfeziona canzone dopo canzone il suo indie pop venato di elettronica, reso incredibilmente personale dalle percussioni che accompagnano in varie forme “Chief Of Tin”, “She Ghosts”, “Honey Priest” e “Alauda”. “Cyan Water” invece ricorda Connan Mockasin mentre in “Luna Man” e nell’orecchiabilissima “Caramello” emerge l’altro lato di Romy Xeno, quello più influenzato dalla cultura e dalla musica occidentale. L’equilibrio tra i due mondi Romy lo trova nei minuti finali, con “Leyline Ogres” e “Tororoi”, quando l’intensa voce di questa ragazza sudafricana trapiantata in Galles cresce tra mille effetti e si trasforma fino a diventare uno strumento musicale a se stante.
“Xenoula” non è un debutto particolarmente innovativo ma riesce a rileggere e rielaborare con originalità suoni e atmosfere già note creando una propria affascinante versione della tanto chiacchierata indietronica. Etichette a parte, Romy Xeno è un’artista da tenere d’occhio perchè potremmo sentirne parlare ancora.