Quando un attore decide di improvvisarsi musicista e di fare un disco, lo scetticismo raggiunge sempre livelli piuttosto alti. Qui sono addirittura due, gli attori. Uno cinematografico (Ryan Gosling) e uno teatrale (Zach Shields), che non riuscendo a mettersi il cuore in pace perchè la commedia che stavano scrivendo insieme non avrebbe mai visto una concreta realizzazione, hanno deciso di prendere le dodici canzoni che avrebbero dovuto fare da colonna sonora e farne un disco. E hanno fatto bene, facendo sparire ogni dubbio.
Il risultato è un concept album sull’ossessione dei due attori: i fantasmi, le presenze inquietanti. I due sono andati in studio con il coro dei bambini del conservatorio di Silverlake e hanno registrato un disco alla buona, senza perderci troppo tempo. Hanno suonato tutti gli strumenti, compresi quelli che non avevano mai toccato prima, e hanno seguito due regole fondamentali: la prima è che si registra tutto in presa diretta in non più di tre take e la seconda è che non si utilizzano strumenti che aiutino a tenere il tempo, come metronomi o click track.
Il prodotto finale che ci si trova per le mani è un disco estremamente lo-fi, con una produzione ridotta al minimo, tanto che potrebbe benissimo essere scambiato per un demo. Le imperfezioni e il suono così grezzo, che sembra essere stato registrato con apparecchiature vecchissime, non sono certo punti deboli, ma rendono il tutto molto più interessante, dando un tocco di sensibilità a canzoni che, a prescindere, convincono. I due attori, infatti, pur facendo le cose chiaramente a caso sono riusciti a confezionare dodici pezzi che hanno belle melodie e arrangiamenti tanto semplici quanto efficaci e il coro dei bambini (gli unici che sappiano effettivamente quello che fanno) dà al tutto un valore aggiunto.
Le canzoni hanno un’impronta doo-wop (“Paper Ships” su tutte) e arrivano a strizzare l’occhio agli Arcade Fire (“My Body’s A Zombie For You”), passando per Beirut (soprattutto vocalmente), Murder By Death e Nick Cave (“In The Room Where You Sleep” fa pensare a “City Of Refuge”, oltre che al “Lamento Di Dracula” di Jason Segel) e riportando la mente alla recente colonna sonora che Karen O ha scritto per il film “Nel Paese Delle Creature Selvagge” con un pezzo come “Young And Tragic”.
E quindi va bene così. Nel disco dei Dead Man’s Bones non c’è nulla che giustifichi lo scetticismo. Un album imperfetto e poco preciso, sincero e poco studiato, con poca attenzione per i dettagli ma con tanto cuore. Un disco che forse non avrà un seguito e che forse non troverà spazio nelle top ten di fine anno, ma che un sorriso da ascoltatore compiaciuto riesce a strapparlo senza difficoltà . Anche più di uno.
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2. Dead Hearts
3. In The Room Where You Sleep
4. Buried In Water
5. My Body’s A Zombie For You
6. Pa Pa Power
7. Young & Tragic
8. Paper Ships
9. Lose Your Soul
10. Werewolf Heart
11. Dead Man’s Bones
12. Flowers Grow Out Of My Grave