Piacevole compendio di guitar-pop anni ’90 per questi ragazzi di Tokyo, che nel loro album d’esordio mettono in fila 11 brani che guardano con passione e devozione tanto allo shoegaze quanto al brit-pop. Nessuna novità di rilievo, anzi, tutto chiaro, limpido e prevedibile se vogliamo, eppure gli appassionati del genere troveranno pane per i loro denti, anche grazie a una discreta cura dei ritornelli e a una piacevole tendenza ad alzare il volume delle chitarre, alternando la pulizia alla distorsione senza perdere un gusto pop adolescenziale.
Meritevoli di segnalazione direi “Life Of Misery” (dolcemente pop), “Farewell, Lily” (power-pop a tutta birra) e “Sparks”, che serve proprio da manifesto della band, con la voce adolescenziale di Emily che si alterna a quella di Natsuki Kato, gli arpeggi dolci che cercano e trovano la pulsione più rumososa e la melodia che emerge dal frastuono. Un classico.
Uno di quei dischi, questo dei Luby Sparks, che non ci cambieranno la vita ma che si fa riascoltare con piacere. Vedremo se nel futuro personalizzeranno di più le loro armi sonore.