Ho avuto modo di assistere ad una data del tour di “Feast of wire” per ben due volte nel triennio a cavallo tra il duemilatre e il duemilacinque, ambedue le volte mi sono trovato d’avanti ad uno spettacolo incredibile, durante il quale il duo Burns&Convertino (coadiuvato dai numerosissimi sodali presenti sul palco) riusciva sapientemente ad amalgamare tutti quegli ingredienti che nel corso degli anni hanno contribuito a fare della musica dei Calexico qualcosa di unico e difficilmente imitabile.
Quando qualcuno mi chiede da dove iniziare per approcciarsi all’opera dei due ex Giant Sand consiglio sempre di iniziare proprio da questo album, pur sapendo perfettamente che il titolo di capolavoro assoluto della band appartenga di diritto allo straordinario “Black light” targato duemilaotto. Il motivo di questa mia controversa scelta risiede in un unico motivo, FOW è al contempo il lavoro più accessibile dei Calexico e quello che, nonostante questo, continua a racchiudere all’interno delle sue tracce le complesse alchimie della Luce Nera di cui sopra, un ideale compendio quindi, che si pone esattamente a metà tra le fascinazioni cinematografiche e i richiami post rock dei primi album e le (eccessive) aperture pop dei lavori seguenti.
Diciannove tracce, di cui ben nove strumentali, che si muovono agilmente tra i territori a cui siamo stati abituati dalla musica dei nostri, i quali dispensano qua e la qualche novità rispetto al passato: e allora ecco il tex mex, il jazz, il post rock, il country, la psichedelia, a cui si aggiungono svisate elettroniche elargite sì con parsimonia, ma che tuttavia non passano inosservate alle orecchie di un ascoltatore attento.
Non da meno è la scrittura, brani come “Sunken walz“, la calda ed evocativa “Quattro(words drifts in)“, “Not even Steve Nicks” e “Black Heart” sono brani pregevoli, scritti da autori maturi che hanno fatto loro tanto la lezione di musicisti come Neil Young ed Ennio Morricone quanto quella di artisti contemporanei come Mercury Rev, Black Heart Procession e Howe Gelb.
In seguito per i protagonisti di questa storia il cammino non proseguirà sempre su questi polverosi ed ispirati binari, la brillantezza di “Feast of wire” farà capolino poche altre volte in questa forma sfavillante, ma il viaggio che continua a portare John Convertino e Joey Burns ad esplorare tutti i confini più affascinanti e distanti del mondo prosegue e noi, oggi come allora, continuiamo a non poter fare a meno di loro e della loro musica.
Calexico ““ “Feast Of Wire”
Data di pubblicazione: 18 febbraio 2003
Tracce: 16
Lunghezza: 49:44
Etichetta: Quarterstick
Produttori: Joey Burns, John Convertino, Craig Schumacher
0. Untitled (pregap hidden instrumental track)
1. Sunken Waltz
2. Quattro (World Drifts In)
3. Stucco
4. Black Heart
5. Pepita
6. Not Even Stevie Nicks…
7. Close Behind
8. Woven Birds
9. The Book and the Canal
10. Attack el Robot! Attack!
11. Across the Wire
12. Dub Latina
13. Gà¼ero Canelo
14. Whipping the Horse’s Eyes
15. Crumble
16. No Doze