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Spesso arrivi in ritardo. Arrivi in ritardo per prendere l’ultimo autobus per tornare a casa, per entrare a scuola prima che il professore chiuda la cazzo di porta, in ritardo per dire in tempo alla ragazza che vedi ogni giorno nei pressi del solito posto quanto sia importante il suo sguardo distratto e affascinante per te. Quanto vorresti essere in tempo per fargli capire che sei tu quello giusto per lei. Io arrivo in ritardo sui sorrisi. Io non sorrido mai in tempo, anzi spesso proprio non sorrido e sembra che il mondo stia per finire a guardare la mia faccia, ma quando lo faccio la luce che ne scaturisce e’ talmente forte che potresti bruciarti i peli sulle braccia. Amica, credimi, ti bruceresti. A volte quando arrivi in ritardo nello scoprire qualcosa di importante ti senti un po’ frustrato ma nel caso degli Early Years io personalmente mi sento consolato e contento. Meglio averli scoperti con un bel po’ di mesi di ritardo che non essere consapevole della loro bellezza. Esatto, perche’ di bellezza sonora si tratta. Bellezza limpida: psichedelia pinkfloydiana, quella avvolgente come il calore delle coccole che ricevevi da piccolo, pulsante come i battiti del tuo cuore quando, piegato con le mani sulle ginocchia sei a corto di fiato scopri che non riuscirai mai ad essere un giocatore di calcio perche’ hai la testa da tutt’altra parte. Sperimentazioni e un vortice che si ripete, milioni di note riverberate e un eco che viene direttamente da quella che una volta era la tua anima ingiallita ma che ora e’ come una fenice incendiata, un tunnel nero che ingloba tutto. Si, questo disco e’ una droga, ok? Questa produzione e’ finalmente qualcosa di giusto, di undeground, di non troppo pubblicizzato e viene direttamente da una delle piu’ interessanti etichette indie, ossia la Beggars Banquet (Biffy Clyro, The National, IlikeTrains, Mark Lanegan Band, Oceansize, Film School…) e arriva direttamente dentro i polmoni. Respiri tossine ogni giorni, perche’ non buttare dentro anche nastri in reverse, poesie e mondi lontani come questi? Prende spnto dalla musica progressive, viene dai Genesis, salta direttamente fino al nuovo millennio, raccogliendo giusto quel poco di attitudine brit pop e la mescola dentro a un sound gia’ ben amalgamato per renderlo ancora piu’ strafottente e importante. Syd Barrett sarebbe orgoglioso. Syd Barrett sarebbe contento. Syd Barrett aprirebbe la porta della sua casa in paradiso e vi direbbe “Non so chi sia Syd Barrett, non sono io, io sono qui solo provvisoriamente e presto tornero’ a Cambridge pero’ gli Early Years hanno imparato bene la lezione”.
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